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Case green: approvata definitivamente la normativa

Secondo i dati di Ance Brescia nella provincia potrebbero essere interessati circa 120mila edifici residenziali ricadenti nelle classi energetiche peggiori
Un cantiere edile - © www.giornaledibrescia.it
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Ultimo passaggio della norma che definisce le regole per la riqualificazione energetica degli immobili di tutta Europa da qui al 2050. Dopo il primo sì dei rappresentanti degli stati, la direttiva «Case green» ha raccolto l’approvazione definitiva dal Consiglio Ecofin, per essere pubblicata entro i prossimi giorni ed entrare ufficialmente in vigore. 

«L'impatto sempre più evidente dell'emergenza climatica ci impone una transizione radicale. Le istituzioni hanno adottato misure per contenere l'aumento della temperatura entro 1,5°C, ma gli sforzi finora profusi sembrano insufficienti. L'unico cammino praticabile è il "Net Zero”, dove ogni emissione di gas serra deve essere eliminata, e il contributo dell’edilizia alla contrazione dei consumi energetici è prioritario”, dichiara il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi.

La direttiva approvata dall’Unione Europea va proprio in questa direzione, puntando a ridurre progressivamente il consumo di energia e le emissioni di gas a effetto serra nel settore edilizio fissando per gli stati membri il raggiungimento degli obiettivi in due tranche iniziali: una prima riduzione del consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare del 16% entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Inoltre, gli stati devono provvedere affinché almeno il 55% del calo del consumo medio di energia primaria sia conseguito mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori.

«È l’ultimo atto di un percorso che conoscevamo da tempo, ma che ora diventa più concreto. La normativa approvata dall’Ue fa emergere un aspetto interessante rispetto alle considerazioni sin qui diffuse sul provvedimento: l’elemento centrale ora è il consumo medio di energia primaria e non più il numero effettivo di edifici da rinnovare. Il focus è riservato agli immobili meno performanti, quindi gli interventi di riqualificazione saranno più mirati e potranno abbattere i consumi energetici in modo più selettivo ed efficace», chiarisce il leader dei costruttori edili bresciani. Si ricorda che rimane in capo ai singoli stati definire con quali modalità raggiungere gli obiettivi. 

I dati bresciani

Per quanto concerne la nostra provincia, secondo la rielaborazione di Ance Brescia dei dati Istat (2011), ipotizzando di rinnovare il 43% degli edifici a peggior prestazione gli immobili interessati potrebbero essere circa 50mila, vale a dire il 23% del patrimonio residenziale bresciano. Gli interventi più urgenti sono la riqualificazione delle case di classe E, F, G, ossia le categorie energetiche peggiori, che a Brescia rappresentano più di 120 mila immobili, cioè poco più del 50% del totale degli edifici residenziali. Le stesse categorie a livello nazionale pesano quasi il 68% del totale degli edifici residenziali, il 57% a livello regionale. Facendo un calcolo sulla base degli investimenti medi su un singolo edificio comunicato dall’ultimo rapporto sul Superbonus di Enea, se si dovesse intervenire sugli edifici rientranti nelle classi energetiche peggiori (circa 50mila come sopra indicato), il costo totale degli interventi per il rinnovamento nella provincia bresciana potrebbe ammontare sino a 12 miliardi di euro, cifra che contempla gli interventi su tutte le tipologie d’immobile, dal singolo appartamento al condominio da decine o centinaia di vani. 

Cifre consistenti alle quali vanno a sommarsi anche gli edifici non residenziali, che hanno però scadenze diverse per il raggiungimento degli obiettivi della direttiva. Per questi ultimi è infatti richiesto che raggiungano una riqualificazione del 26% entro il 2033. Basandosi sempre sui dati dell'Enea che indicano un risparmio di energia primaria non rinnovabile superiore ai 9.000 GWh/anno grazie al Superbonus al dicembre 2022, se si dovesse intervenire a Brescia sul 43% degli edifici si potrebbe raggiungere un risparmio potenziale di circa 1.000 GWh/anno. Obiettivi ambiziosi ma che l’Italia potrebbe centrare, se si considerano i risultati ottenuti negli ultimi quattro anni grazie all’introduzione degli incentivi.

Infatti, calcolando i dati Enea del Superbonus, in Lombardia si è intervenuti sul 7,3% degli edifici. Mantenendo un trend simile, a livello nazionale da qui sino al 2030 si potrebbe ottenere un calo dei consumi del 16%. «Gli obiettivi di risparmio energetico stabiliti sono a portata di mano, a patto di non perdere tempo e soprattutto definire un nuovo quadro di strumenti e incentivi capace almeno di replicare i risultati degli ultimi anni nel comparto abitativo, senza considerare la spinta da imprimere anche all’edilizia non residenziale» conclude Deldossi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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