Garda

Zanzanù, finisce l'occupazione bis in via Calamar

I ragazzi del centro sociale Zanzanù lasciano il deposito di via Calamar: dopo poco meno di un mese, finisce l’occupazione
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Fuori tutti. I ragazzi del centro sociale Zanzanù lasciano il deposito di via Calamar: dopo poco meno di un mese, finisce l’occupazione

Non c’è stato bisogno di cacciarli, nessuno sgombero: «Ce ne andiamo - chiarisce per gli occupanti del Collettivo gardesano autonomo Alessandro Scattolo - perché così avevamo annunciato sin dall’inizio di questa esperienza. Si è trattato di un’azione dimostrativa e ora, dopo un mese, abbiamo preso atto che finalmente l’immobile è stato assegnato e che tutte le formalità relative all’asta di cui è stato oggetto sono state espletate. Non vogliamo impedire a chi l’ha acquistato di prenderne pieno possesso».

Come per il capitolo dell’ex ristorante Spiaggia d’oro, che lo stesso gruppo aveva occupato a partire dal 21 dicembre e per i quaranta giorni successivi, prima di essere sgomberato nel cuore della notte dalla Polizia, anche alla base dell’azione nella zona industriale di via Calamar il principio è il medesimo: «Questa nuova occupazione è stata conseguenza diretta dello sgombero alla Spiaggia d’oro - specifica Scattolo - ed entrambe sono state utili per portare alla luce il fatto che l’esigenza di avere a disposizione spazi di aggregazione è molto sentita: immobili lasciati vuoti per anni, pubblici o privati poco conta, possono essere luoghi di cultura e socialità».

Sia prima, in riva al lago, sia nell’esperienza appena conclusa di via Calamar, al centro sociale Zanzanù sono state organizzate serate di festa e più impegnate, come quella sulle migrazioni, ha trovato casa lo sportello anti sfratti, è stato un punto di incontro per giovani studenti.
È la fine di tutto? «Zanzanù non si arresta - annunciano i ragazzi -. Lasciamo il deposito, ma continuiamo a sentire il bisogno di una mediazione pubblica. Da parte dell’Amministrazione, tutto tace. E per questo la conflittualità rimarrà permanente».

 

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