Garda

Viaggio nella Spiaggia d'oro occupata: «Non ce ne andiamo»

L'ex ristorante è occupato dal 21 dicembre ed è stato ribattezzato Centro sociale occupato Zanzanù. Stasera l'assemblea
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Lo sguardo truce di Zanzanù vigila dalla piratesca bandiera nera issata sul cancello d’ingresso, di fronte al Benaco. 

È un sabato mattina di vento gelido e splendido sole a Rivoltella, che avvolgono i viandanti sul lungolago della Spiaggia d’oro. Camminatori solitari passano davanti al vessillo con la faccia del brigante gardesano, gettano uno sguardo curioso alla vetrata dell’ex ristorante e proseguono la passeggiata. Nel cortiletto qualche sacco di sporco, i segni di una festa. 

«Ieri sera abbiamo organizzato una cena no Tav molto partecipata» racconta Patrizia, studentessa liceale, una dei quindici giovani del Collettivo Gardesano Autonomo che dal 21 dicembre occupa le spoglie del ristorante Spiaggia d’oro, proprietà del Comune. «Una delle tante iniziative a tema - dice - che abbiamo promosso in queste settimane».

È quasi mezzogiorno e nel Centro Sociale Occupato Zanzanù ci sono tre persone. Patrizia, Francesco, un altro giovane in compagnia di una femmina di cane lupo, Dasy, mite ed affettuosa. 

«Siamo un Collettivo nato due anni fa, senza una sede. Abbiamo deciso di occupare la Spiaggia d’oro - dice Patrizia - perché vogliamo uno spazio autogestito dove i giovani possano discutere, fare musica, organizzare mostre, iniziative politiche». 

Sanno perfettamente che si è trattato di un’azione illegale. «Illegale sì, ma non immorale», sostengono. «Non siamo delinquenti, ci interessa creare un luogo di incontri e socialità, che non sia mosso dall’interesse privato, ma svolga la funzione di collante sociale fra le diverse realtà del territorio». Questo, si giustificano, era un posto abbandonato: «L’abbiamo scelto come luogo simbolo per rilanciare l’idea di uno spazio pubblico».

Con l’Amministrazione comunale c’è stato un abboccamento due giorni dopo l’occupazione, ma senza risultato. La tensione potrebbe salire. Giovedì mattina alcuni esponenti del centro destra hanno presentato ai carabinieri un esposto denuncia per chiedere il «ripristino della legalità» e lo sgombero del locale. 

Questa sera, inoltre, il Collettivo ha indetto un’assemblea in piazza Malvezzi, dopo il no dell’Amministrazione all’uso di Palazzo Todeschini. Con il tam tam dei social è probabile la partecipazione di esponenti di altri centri sociali. L’auspicio è che prevalga il buon senso da parte di tutti.

Lo stato dell’immobile, dopo tre anni di completo abbandono, non è certo dei migliori. «Quando siamo arrivati - dice Francesco - c’erano cavi che pendevano dal soffitto, immondizia, detriti, muffa, sporcizia ovunque... Abbiamo lavorato gratis per rendere di nuovo vivibile questo luogo a favore della comunità». 

Nel salone principale ci sono una stufa, un palco improvvisato per fare musica, sedie e tavolini. Nella seconda sala un «bar autogestito», panche e lunghi tavoli di legno ripiegati dopo la cena della sera precedente. Sulle pareti, ovunque, disegni e graffiti. E poi i simboli e le parole d’ordine dei Centri sociali antagonisti. Sul logo del Collettivo Gardesano Autonomo spiccano le parole «Contropotere, auto organizzazione, conflitto».

In queste settimane «centinaia di Desenzanesi hanno partecipato alle nostre iniziative», dice Francesco. Elenca le ultime: cineforum, una «Giornata antirazzista», un’altra «sul diritto all’abitare», una «Giornata per le famiglie», balli popolari, musica. 

«Da qui non ce ne andiamo» dicono gli esponenti del Collettivo. «Vogliamo uno spazio autogestito, non necessariamente attraverso l’occupazione». A Desenzano, dicono, «ci sono tanti spazi inutilizzati. Sarebbe meglio restare qui, perché è un luogo molto bello, anche per la posizione di fronte al lago. Ma se verremo sgomberati ne cercheremo un altro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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