«Via la cittadinanza di Salò a Mussolini», sostegno dell'Anpi
Via la cittadinanza onoraria di Salò a Mussolini. È quanto auspica una mozione che sarà discussa in Consiglio comunale il prossimo 8 aprile. A presentarla il consigloiere di opposizione della lista civica Scelgo Salò Stefano Zane. Il quale, nero su bianco, ricorda come nel 1924, anche Salò, al pari di molti comuni italiani, votò il conferimento della cittadinanza onoraria al capo del fascismo, oltre che del governo, Benito Mussolini.
Quella cittadinanza onoraria fu assegnata ben prima che le vicende travagliate della Seconda guerra mondiale portassero proprio a Salò la sede dell'agenzia di stampa Stefani, che - datando i suoi lanci propagandistici come diffusi dalla cittadina gardesana - concorse a consegnare alla storia la Repubblica Sociale Italiana come Repubblica di Salò. Tuttavia il provvedimento è rimasto nei decenni, dimenticato ma formalmente ancora vigente.
Zane a nome di tutto il gruppo consiliare che rappresenta chiede che a distanza di 95 anni venga revocato quel riconoscimento onorifico che «rappresenta a livello storico e politico - si legge nella nota - un grande significato, tenuto conto in particolare degli eventi che portarono Salò a rappresentare uno dei momenti più bui della nostra storia. Con la presente mozione si chiede che il Consiglio Comunale revochi tale cittadinanza onoraria».
La mozione passerà in aula il prossimo 8 aprile per essere discussa e votata. Nel frattempo, però, la mozione ha già incassato anche il plauso e il sostegno dell'Anpi Medio Garda, che in una lettera «sarebbe un gesto simbolico, necessario ma non sufficiente, per riconoscere e contrastare oggi questo imbarbarimento», espressione con cui nella nota si fa riferimento al «diffuso emergere di sentimenti, di parole e di azioni che si nutrono della devianza fascista».
Il caso di Salò non è isolato. Solo pochi giorni fa anche la città di Bergamo ha provveduto a revocare la cittadinanza onoraria conferita sempre nel 1924 a Mussolini. E ora anche in Loggia c'è chi chiede che anche Brescia provveda nello stesso senso.
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