Valvestino e Sonico sperano nella pioggia per spegnere i roghi
Devastazione senza fine nei boschi del Parco Alto Garda, mentre migliora il fronte di Sonico, in Valcamonica. Sono ancora in corso, in entrambe le zone, i lavori delle squadre dei vigili del fuoco e tutti, da una valle all'altra, sperano nella pioggia per aiutare a spegnere definitivamente le fiamme.
Ecco il punto aggiornato a stamattina dei vari fronti.
I roghi nell'Alto Garda
Al fronte aperto da giorni in Valvestino, dove brucia il monte Tombea, ieri se ne è aggiunto un altro. Le fiamme divampano dalle 13 di domenica anche a San Michele di Gardone Riviera, in località Colomber, probabilmente per cause dolose (sarebbe stato individuato un innesco). Qui hanno operato per tutto il pomeriggio due elicotteri e un Canadair, nel tentativo di arginare l’incendio prima che assumesse proporzioni devastanti.
In Valvestino, nonostante l’imponente schieramento di mezzi aerei e uomini, il fronte del fuoco continua ad avanzare e a bruciare ettari di bosco nel cuore del Parco, in una zona ad altissimo valore naturalistico: sono già 140 gli ettari rasi al suolo. «È un disastro», commenta il sindaco di Magasa, Federico Venturini, che la mattina di lunedì ha emanato un'ordinanza per chiudere le strade. Il fuoco minaccia i fienili di Denai, dove per tutta la notte è rimasto in zona un presidio di vigili del fuoco a protezione di alcune abitazioni. «Le fiamme non dovrebbero scendere fino in paese - aggiunge Venturini -, ma stiamo in allerta».
«Siamo messi malissimo - dice il sindaco di Valvestino, Davide Pace -. Purtroppo oggi i mezzi aerei, due Canadair e gli elicotteri, hanno operato a intermittenza. Per alcuni periodi sono stati dirottati su Gardone. La coperta è corta». Fa eco Stefania Baronio della Comunità Montana: «Siamo in difficoltà, operiamo su più fronti». Nel corso della giornata è stata realizzata anche una trincea tagliafuoco a protezione di Denai. «Per ora non ci sono rischi per le abitazioni - continua Pace -, ma il vento può girare e l’incendio prendere direzioni inaspettate».
Questa mattina sono operativi un'autobotte per il rifornimento idrico delle vasche indispensabili agli elicotteri per lo spegnimento dall'alto, e i canadair.
L'incendio di Sonico
L’incendio di Sonico, che da mercoledì sera sta bruciando la montagna alle spalle di Rino, è sotto controllo a eccezione di due punti. Le operazioni di bonifica continueranno per tutta la giornata di oggi con i gruppi di Sellero e Sonico, mentre durante la notte scorsa è rimasto un presidio attivo della Protezione civile, per il pericolo che, in alcuni punti, i roghi potessero riprendere vigore. Ieri, tra la Val Rabbia e le località Villincampo e Stablo hanno operato una cinquantina di volontari da terra dei gruppi di tutta la Vallecamonica, supportati dal cielo da tre elicotteri della Regione e, soprattutto, dal potente Erikson, che trasporta fino a 7mila litri di acqua. I mezzi aerei si sono riforniti dalla vasca scavata nel fiume Oglio, proprio per consentire approvvigionamenti molto più veloci.
Nella mattinata la situazione aveva di nuovo preoccupato, con alcuni focolaio che avevano preso a bruciare di nuovo sopra il paese, così come in Val Rabbia. L’attacco dal cielo, ieri come nei giorni scorsi, è stato provvidenziale, contribuendo a spegnere gran parte dei fronti più attivi e difficilmente raggiungibili.
Ora ai volontari resta la delicata opera di bonifica, in un versante impervio e insidioso, nel territorio del Parco dell’Adamello e della riserva integrale della Val Gallinera. La consapevolezza dei responsabili delle operazioni è che tutti i focolai potranno essere dichiarati definitivamente spenti solamente con l’arrivo della pioggia; diversamente, stante il secco estremo e il vento, il pericolo di nuovi inneschi è piuttosto probabile.
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