Val di Sur, lassù nell’Età del bronzo c’era un villaggio
Cosa ci facevano gli antichi gardonesi sul Monte Castello, in Val di Sur? Controllavano la principale via verso l’entroterra altogardesano? Cacciavano? Probabile, ma forse c’è di più. Forse, su quell’altura situata alle spalle della frazione di San Michele, c’era un vero villaggio, sin dall’Età del bronzo. Tassello dopo tassello, il mosaico della storia della comunità gardonese si completa.
Grazie al lavoro di richerca, archeologica ma non solo, avviato sul territorio da un paio d’anni, nell’ambito del progetto «Storia di Salò e dintorni» promosso dall’Ateneo salodiano presieduto da Elena Ledda. Si indagano i toponimi gardonesi, si studiano paesaggi e architetture. E si scava. Con risultati sorprendenti, come spiegano i responsabili della campagna archeologica condotta, con il contributo del Comune, sul sito d’altura del Monte Castello, da giugno a ottobre, da docenti e studenti delle Università di Padova e di Pisa, coordinati da Gian Pietro Brogiolo (Università di Padova) e Marco Baioni (conservatore del Museo archeologico della Vallesabbia).
Già in occasione della campagna di scavi del 2017 emerse una bella sorpresa: là dove si pensava ci fosse una postazione di controllo d’età medievale posta lungo il percorso tra Brescia e la Valvestino (c’è un documento del 1420 che parla del castello in Val di Sur) era stata scoperta una sequenza molto più antica, risalente alla fine dell’Età del rame o all’Età del bronzo.
«Quest’anno - racconta Baioni - abbiamo trovato scorie di fusione che ci dicono che qui si svolse attività metallurgica, forse nell’Età del ferro, e frammenti di ceramiche dell’Età del bronzo». Poi le sorprese: «Gli scavi hanno portato alla luce parti in terracotta di strumenti per la filatura. Questo ci fa pensare alla presenza di un vero villaggio, in cui si svolgevano attività domestiche. Ipotesi confermata dalla presenza di un manico di falcetto per la mietitura». Sul monte Castello, dunque, si praticava anche attività agricola? Nuove scoperte innescano nuove domande. Per le risposte non resta che aspettare gli scavi del 2019.
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