Un buco nella «diga di Valvestino» per dare acqua ed energia
Un buco nella diga. Avete letto bene, proprio un buco nella diga, un foro grande 40 centimetri di diametro almeno, nel bel mezzo del muraglione in calcestruzzo dello sbarramento di Ponte Cola, più noto come «diga di Valvestino», anche se in territorio di Gargnano. Il progetto è quello di Enel Produzione spa che ha programmato l’installazione di un sistema definitivo per il rilascio del «deflusso minimo vitale» dalla diga.
La questione, molto complessa, è semplificabile così: la nuova normativa di derivazione europea prevede l’obbligo, prescritto dall’Ufficio tecnico per le dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di utilizzare un sistema di restituzione del deflusso minimo vitale, che per il fiume Toscolano, in base ai calcoli di Regione Lombardia, si assesta sui 174 litri al secondo.
Acqua che Enel dovrà obbligatoriamente rilasciare, a discapito della quantità di acqua che dalla diga di Ponte Cola viene dirottata, con una galleria di derivazione in pressione lunga 5,3 chilometri, fino a Muslone, per alimentare la centrale idroelettrica di San Giacomo, a Gargnano.
Enel ha progettato la realizzazione di una piccola centrale idroelettrica appena sotto la diga, per sfruttare la portata in uscita.
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