Garda

Tutti parlano dell'Isola dei Conigli, ma ci sono cose che pochi sanno

Raggiungibile a piedi a causa della siccità, possiede una preziosa biodiversità da tutelare. Ad esempio, sapevate delle pareti di spugne gialle?
L'Isola di San Biagio vista dalla riva - Foto Paolo Scalmazzi © zoom.giornaledibrescia.it
L'Isola di San Biagio vista dalla riva - Foto Paolo Scalmazzi © zoom.giornaledibrescia.it
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Nelle ultime settimane è tutto un gran parlare dell’Isola dei Conigli a Manerba del Garda, tornata di gran moda per effetto della siccità. Per i bresciani non è certo una scoperta, visto che moltissimi in estate sono abituati a raggiungerla nuotando, in barca o guadando il lago con l'acqua alle ginocchia e gli zaini in spalla. L’anomalia, semmai, è il periodo.

Da qualche giorno, infatti, a causa del preoccupante calo del livello del lago, l’istmo (che tecnicamente in geografia è una lingua sottile di terra, bagnata su entrambi i lati, che collega due territori) è completamente riaffiorato, trasformandosi in un’affascinante, e per certi versi inquietante, passeggiata a pelo d’acqua. Il risultato, complice anche il tamtam sui social e l’attenzione di alcune testate giornalistiche nazionali, è stata una ressa continua di turisti e di curiosi anche da fuori provincia, pronti a raggiungere l’Isola di San Biagio (questo il suo vero nome) a piedi, anche se siamo in pieno inverno.

Grazie alla riduzione del deflusso verso il Mincio deciso negli ultimi giorni, gli effetti della siccità si stanno affievolendo (anche l’istmo sta pian piano tornando sott’acqua), eppure i visitatori continuano ad arrivare numerosi a Manerba. Questo da una parte ha spinto alcuni attivisti a favore dell’ambiente a protestare, per riportare l’attenzione sulla gravità della crisi climatica in corso, sedendosi pacificamente a terra con alcuni cartelli. Dall’altra parte, ha stimolato l’Amministrazione e la proprietà dell’isola a organizzarsi meglio per accogliere l’insolita fiumana di gente e per contenere i disagi (traffico, rifiuti, parcheggi pieni).

Ma siamo sicuri di conoscere davvero l’Isola dei Conigli, improvvisamente tornata in auge come attrazione turistica?

La geografia

Innanzitutto, l'Isola di San Biagio è conosciuta anche come Isola dei Conigli perché ospita (più in passato che ora, a dire il vero) una colonia di conigli, appunto. Anni fa la loro proliferazione aveva causato anche qualche preoccupazione, ora rientrata.

L’isola sorge a circa 200 metri dalla sponda bresciana del lago di Garda, all’altezza della Punta Belvedere nel Comune di Manerba. Lunga più o meno 110 metri e larga 70, ha una superficie di circa un ettaro ed è di proprietà privata: appartiene dal 2007 al Camping San Biagio. I gestori del campeggio sono proprietari anche dell’unico piccolo edificio sull’isola: un bar chiosco che di solito apre solo in alta stagione, ma che proprio nelle ultime settimane è tornato eccezionalmente in servizio per accogliere i turisti.

La storia

Come si diceva, l’appellativo di Isola dei Conigli deve la sua origine agli animali di cui è sempre stata ricca: un tempo era usata come riserva di caccia dai nobili a cui apparteneva. Fa parte della Riserva Naturale della Rocca di Manerba del Garda, che è nata per lo studio e la tutela delle biodiversità dell'ambiente del lago.

Nell’«Enciclopedia bresciana» di don Antonio Fappani si legge che l'isola «ha al centro una punta rocciosa che conserva elementi di vegetazione originale oggi molto ridotta». Sempre Fappani riporta che «Silvan Cattaneo (sec. XVI) la diceva abitata di lepri e conigli e perciò luogo preferito di caccia». La tradizione vuole che durante il Medioevo fosse abitata solo da eremiti. Per decenni, inoltre, è stata adibita a poligono da tiro per una fabbrica di armi bresciana, la Breda, che costruì a punta Belvedere un pontile con le piazzole.

L’isola è circondata da un gruppo di scogli che i locali chiamano «dell’Altare» perché un tempo, una volta all’anno, veniva celebrata la messa per i pescatori, che vi assistevano dalle loro barche. Al di sotto degli scogli, c’è una parete molto gettonata dai sub di tutta Italia: arriva a 150 metri di profondità, ospita due balconate di spugne gialle e una grotta abitata da una moltitudine di pesci: anguille, alborelle, lucci, tinche e persino persico reale.

Fino a una decina d'anni fa, era molto conosciuta anche per una festa di musica elettronica, «Conigliando», che richiamava sull'isola centinaia di ragazzi da tutta la Lombardia, e non solo. Nella memoria collettiva è ancora vivo il ricordo della tempesta che colpì il raduno nel luglio del 2011, quando circa 500 giovani in costume da bagno per alcune ore si trasformarono in naufraghi e furono portati in salvo in piena notte dopo tre ore sotto l'acquazzone.

Quando andarci

Di solito, al netto di queste «eccezionalità climatiche», l’isola è aperta al pubblico dal 1° maggio al 15 settembre, dalle 9 alle 18, condizioni meteorologiche permettendo. Come anticipato, è raggiungibile a piedi, in barca o con il taxi boat che parte più volte al giorno da Porto Torchio (2,50 euro a tratta).

All’arrivo sull’isola la proprietà richiede il pagamento di un biglietto d’ingresso di 5 euro, valido per tutta la giornata. L’accesso è gratuito per i bambini e per i clienti del Campeggio San Biagio. Oltre al chiosco, ci sono dei servizi igienici a disposizione dei visitatori ed è attivo un servizio di noleggio lettini. San Biagio è molto gettonata per fare il bagno, perché qui l’acqua è bassa e tendenzialmente molto pulita. Sull’isola c’è anche un piccolo canneto, preziosissimo per la sua biodiversità.

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