Tunnel dell’Adige, afflussi ridotti e controlli di Arpa
Aperture ridotte al minimo e controlli qualitativi sulle acque immesse nel lago. Sono le misure che verranno adottate per mitigare gli effetti negativi delle manovre manutentive della galleria Adige-Garda, in programma a partire da oggi, martedì 2 marzo.
Come annunciato dal Servizio Bacini Montani della Provincia di Trento, ente gestore del tunnel scolmatore realizzato nella prima metà del ’900 per proteggere Verona dalle piene del fiume Adige, in questi giorni si darà corso alle annuali e obbligatorie prove di scarico, per verificare che i componenti degli organi di manovra delle paratoie all’imbocco del canale scolmatore siano efficienti. Sappiamo che ogni volta che questo accade per il lago si producono effetti negativi, in quanto le acque dell’Adige differiscono da quelle del Garda per temperatura e qualità del materiale in sospensione. Ma è anche vero che, anche grazie al Contratto di Lago e alla presenza di un delegato gardesano nella cabina di regia dello scolmatore, si fa il possibile per limitare gli effetti negativi.
«I periodi di apertura - dice Lucio Ceresa, segretario della Comunità del Garda - così come le quantità di acqua immessa nel Garda saranno ridotti al minimo. Detto ciò, ben vengano queste manovre che assicurano la funzionalità dello scolmatore in caso di bisogno. Anche perché, nella malaugurata ipotesi di un’apertura legata all’emergenza, se le paratoie non dovessero funzionare, regolando l’acqua in entrata, sarebbe un disastro».
Come ha scritto Filippo Gavazzoni, assessore di Peschiera nel direttivo della Comunità del Garda, le manovre sono per il lago «una sofferenza che probabilmente ne evita altre, potenzialmente più dannose». Si è inoltre ottenuto che Arpa effettui analisi sulle acque dell’Adige a Mori, per avere precisa conoscenza di quanto andrà a finire nel lago. Ricordiamo infine che per tutta la settimana è vietata la navigazione per un raggio di 200 metri dallo sbocco della galleria, a Torbole.
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