Garda

Truffatore latitante preso dalla Polizia a Desenzano

Il 48enne rumeno aveva fatto sparire oltre due milioni di euro con falsi contratti
Il dirigente Bruno Pagani tra gli agenti © www.giornaledibrescia.it
Il dirigente Bruno Pagani tra gli agenti © www.giornaledibrescia.it
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Si nascondeva a Desenzano del Garda, a casa di una donna sua connazionale che lo ospitava, il 48enne rumeno destinatario di un mandato di arresto europeo che gli agenti del Commissariato di Polizia di Desenzano hanno rintracciato e arrestato nelle scorse ore. I poliziotti lo hanno individuato in via Agello, a Rivoltella, mentre era a bordo dell’auto della donna. Quando hanno capito che sarebbero stati fermati i due si sono dati alla fuga ma la Volante li ha rapidamente ripresi e costretti a farmarsi. Un comportamento che ha confermato i primi sospetti degli uomini in divisa.

La pattuglia li ha controllati nel dettaglio: sul conto della signora non sono emersi precedenti di nessun tipo e tutti i documenti sono risultati in regola mentre inserendo a terminale il nome dell’uomo è subito apparso il provvedimento, immediatamente eseguito. I primi riscontri sulla strada sono stati poi suffragati dall’esito dell’accurato fotosegnalamento cui il 48enne è stato sottoposto e che ha portato alla luce tutta la sua carriera criminale come maestro della truffa e del raggiro ad alto livello, con importanti imprese coinvolte e buchi milionari.

L’uomo finito nella cella del Commissariato di Desenzano è un esperto truffatore che deve scontare una condanna a 5 anni e 8 mesi di reclusione emessa dal tribunale di Bucarest per una vicenda legata a macchinari industriali fantasma regolarmente pagati da aziende che si sono trovate poi con un pesante passivo finanziario. La ricostruzione della polizia rumena, sulla base della quale è stata costruita l’accusa nel processo che ha portato alla sua condanna, pone il 48enne «a capo di un’organizzazione criminale dedita a truffe commesse in Romania a danno di diverse società dalle quali otteneva ingenti somme di denaro attraverso contratti fittizi con i quali noleggiava macchinari industriali inesistenti procurando un danno economico di circa 2 milioni di euro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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