Tigre, leonessa e puma vivono nell'Oasi

Jack, Chicca, Lucy, e poi ancora Pippo, decine e decine di pappagalli, cani, maiali e pure cinghiali, cigni, oche e conigli. Sono la seconda famiglia di Roberto Dancelli, 51enne, «coperturista» di tetti di professione, che da sempre coltiva la sua grande passione per gli animali esotici e non. Jack è infatti una splendida tigre siberiana maschio, Lucy è un puma femmina e Chicca una vecchia leonessa. Vivono da più di una decina d'anni nell'Oasi di Monte Canale, a Polpenazze, un'area di 30mila metriquadrati che occupa mezza collina.
Da una parte ci stanno i felini, nelle loro gabbie attrezzate, dall'altra i daini e i cavalli, liberi di scorrazzare tra i boschi della Valtenesi. Due leoni di pietra al cancello della tenuta segnalano la presenza della «riserva» in cui convivono animali - sulla carta - feroci, di fatto coccoloni come cuccioli di casa, che si strusciano al padrone quando va loro vicino.
L'affetto e l'impegno che Roberto Dancelli mette ogni giorno nell'Oasi, vengono ripagati dalle effusioni, se così si possono definire, che gli animali dimostrano ogni volta che lo vedono. Sono cresciuti con lui. «Jack è nato qui - racconta il 51enne con gli occhi che brillano mentre accarezza lo splendido animale -. Ce lo affidò la Forestale 16 anni fa, quando sequestrarono la madre, che poi è morta, lasciando il piccolo. Lo abbiamo nutrito con latte e pappette, e fino a che era cucciolo lo abbiamo tenuto in casa con noi. Poi abbiamo costruito le gabbie, a norma, e lo abbiamo portato qui». Insieme a Jack, anche la leonessa Chicca e pure Lucy il puma. «Per 17 anni abbiamo ospitato anche un orso dal collare, Jennifer, che fu recuperata da uno zoo di Antegnate. Secondo i documenti è morta all'età di 51 anni, un record per un orso».
Nelle gabbie realizzate nell'area di Monte Canale, c'è pure un avvoltoio, che gli agenti della Provinciale hanno affidato al 51enne dopo averlo recuperato in un campeggio di Manerba, e un gruppo di anatre e di tortore, cavie, conigli e pappagalli. «Non ci sono sabati o domeniche, o giorni di vacanza. Ma la cosa non mi pesa perché la mia è una grande passione che avevo fin da bambino. Quando sono qui con i miei animali sto bene». Di media ci vogliono quattro ore ogni giorno per sistemare tutti, dal nutrirli al pulire le gabbie.
Affiancato dal figlio 21enne Ivan e da alcuni validi collaboratori, il 51enne ha adottato ogni misura per far stare al meglio le sue bestie, con gabbie allarmate, dotate di vasche, o di acqua che scorre da fontanelle, tutto per ricostruire ambienti il più naturali possibile. Ma non nasconde alcune preoccupazioni Dancelli: «Bisogna vedere ora quel che vuol fare Monti, se tasserà anche questi animali perché considerati di lusso. In quel caso per noi sarebbe un vero problema e dovremmo chiudere».
Daniela Zorat
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