Tentò di ucciderla con le forbici, ammesso al rito abbreviato
Ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato condizionato all’acquisizione di alcuni documenti contabili. Il presidente Roberto Spanò gli ha concesso questa opportunità e aggiornato l’udienza al prossimo 7 giugno. In quell’occasione Angelo Macrì - il 55enne originario di Reggio Calabria, accusato di aver affondato nel collo della compagna un paio di forbici nel suo negozio di pelletteria in centro a Gardone Riviera, al culmine di una discussione per ragioni economiche - potrà rispondere alle domande del pm Marzia Aliatis, del suo difensore, l’avvocato Valeria Cominotti, e di quello della vittima, l’avvocato Marina Manfredi.
Prima dell’esame dell’imputato a riferire quanto accadde il pomeriggio del 17 agosto dello scorso anno sarà proprio la donna che si salvò grazie anche al tempestivo soccorso dei sanitari giunti in corso Repubblica e all’intervento d’urgenza necessario per suturare lo squarcio che aveva in gola e porre fine alla copiosa emorragia di sangue provocata dalla ferita. Le forbici a punta tonda, si fermarono a pochissima distanza dalla giugulare. La donna rimase in coma una quindicina di giorni. E si salvò.
Lui, dopo l’aggressione, si avviò a piedi verso la stazione dei carabinieri. «Vado a denunciarti» le urlò, mentre lei si trovava a terra in un lago di sangue. Dai carabinieri Macrì ci andò, ma il risultato non fu quello atteso.
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