Teatro comunale di Salò, un mutuo da 5 milioni per ultimare i restauri
L’Amministrazione Cipani blinda l’operazione teatro. Lo fa accendendo un mutuo di 5 milioni di euro per finanziare il completamento del restauro avviato nel 2017. Un indebitamento pesante, ma sostenibile secondo la Giunta, che è previsto dal bilancio di previsione 2024-2026, approvato il 21 dicembre dal Consiglio comunale. «È un debito che non peserà sui conti futuri», spiega l’assessore al bilancio Matteo Bussei.
«Sarà finanziato - continua - con le maggiori entrate previste, come i proventi derivanti dagli autosilo appena sistemati, 100mila euro annui, dall’Imu, che prevede maggiori entrate per 150mila euro, dai maggiori introiti dell’imposta di soggiorno per 60mila euro dovuti ai posti letto alberghieri in arrivo, dal gettito Irpef che crescerà di 160mila euro. Tutte voci che genereranno maggiori entrate pur mantenendo invariate le tariffe».
Debito abbattuto negli anni
Politicamente la decisione di indebitare il Comune è sostenuta anche dal fatto che il debito salodiano è stato notevolmente abbattuto negli ultimi anni. «Quando sono diventato sindaco - ricorda Giampiero Cipani - il Comune aveva un debito di 9,7 milioni (con una rata di ammortamento annua di 1,4 milioni, interessi compresi, ndr). Ora il debito è di 890mila euro (con una rata di 245mila euro, ndr). Lasceremo alla prossima Amministrazione un bilancio risanato, oltre che una città rifatta. Si pensi al nuovo lungolago, allo stadio, al MuSa, ai parcheggi, alla nuova biblioteca. Non si dica che mettiamo in difficoltà chi verrà dopo di noi. Non è così».
Cipani respinge al mittente anche le critiche relative all’eredità pesante dei costi di gestione: «Detto che il mutuo da 5 milioni si pagherà con le maggiori entrate, per quanto riguarda la gestione del teatro si è già fatta avanti la Fondazione Facchinetti di Erbusco, offrendo un affitto annuo di 100mila euro. Quindi, anche sotto questo profilo, il teatro non sarà un debito per alcuno». Non la pensano così i consiglieri Ciato, Cagnini e Zaminato, che hanno votato contro il bilancio e il Documento unico di programmazione.
La situazione dei lavori
Ricordiamo che sono già stati terminati i primi due lotti del restauro, ognuno del valore di circa 1,4 milioni, finanziati con oneri relativi al trasferimento della Tavina a Cunettone, mentre è in appalto il terzo da 2,5 milioni, finanziato con oneri derivanti dall’intervento che il gruppo Falkensteiner promuoverà nell’ex comparto Tavina. Ed ora sono stati individuati anche i fondi per i lotti successivi.
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