Tav, camminata festosa per dire «no»
Per il popolo «No Tav» vale solo «l’opzione zero». Lo ha ribadito il portavoce dei Comitati di Brescia e Verona l’altra sera in Consiglio comunale a Desenzano. E la posizione di assoluta contrarietà è emersa con forza sabato pomeriggio nella «passeggiata popolare» svoltasi a Lonato.
In piazza municipio dove era fissato alle 14 il raduno dei partecipanti si è vista una folla festosa fatta di famiglie, bambini, giovani e no, alcuni avvolti nella bandiera con la scritta rossa No Tav. Un raduno come ce ne sono tanti, lontano anni luce dalle immagini degli scontri del Piemonte, anche se non sono mancati cartelli e striscioni che chiedevano la liberazione dei 4 No Tav a processo.
Con i gazebo, in piazza c’erano le tavole del progetto che interessa il territorio lonatese, con la planimetria della galleria lunga 7 chilometri che attraversa il territorio e la mappa dei cantieri, il più grande vicino alla frazione Campagna, verso Montichiari. «I motivi della contrarietà sono molteplici - ha spiegato Eraldo Cavagnini, uno dei portavoce del Comitato locale -. Cominciando dalla galleria che scorrerà a ben 40 metri di profondità e costituirà una diga di tipo idrogeologico. C’è poi da considerare poi che Lonato è in zona sismica. Altro tema è quello del traffico: il progetto prevede il raddoppio del cavalcavia sull’autostrada, incanalando il traffico del cantiere situato vicino all’ex stabilimento Wierer, oggi chiuso». Per non parlare dell'elettrodotto a Fornaci di Desenzano. E i costi: 60 milioni al chilometro, paiono troppo elevati ai No Tav locali.
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