Tav Brescia-Verona, la talpa Martina ha ripreso a scavare: «Lavori conclusi entro il 2026»
La luce in fondo al tunnel si vedrà tra un anno, nel gennaio del 2024. Ma intanto la «talpa» Martina ha già ripreso a scavare alla velocità di 14 metri al giorno la seconda canna della galleria naturale Lonato, una delle opere più importanti della nuova tratta ferroviaria Alta Velocità Brescia Est – Verona.
Dal 7 gennaio scorso la fresa è di nuovo in funzione - dopo che a settembre aveva scavato la prima galleria. Nel cantiere della «Cepav due» tutto procede secondo i piani, nonostante le difficoltà diffuse sulla carenza delle materie prime che nei mesi scorsi ha creato non pochi problemi. «Ma riusciremo comunque a concludere entro il 2026 come da cronoprogramma», assicura il presidente del Consorzio Cepav Due Franco Lombardi.
E se a settembre risultava completato il 30% degli interventi, quattro mesi dopo la percentuale è schizzata al 45%, sfiorando la metà del complesso di lavori sulla tratta.
Quarantotto chilometri di tratta - finanziata con 2,6 miliardi di euro - che al momento dell’apertura permetteranno un immediato abbattimento di 6 minuti di percorrenza dei treni ad alta velocità, che entreranno direttamente nella stazione di Brescia (nell’attesa che il secondo lotto della linea - quello fino a Milano - venga finanziato e che anche il cantiere del secondo lotto possa essere aperto).
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