Garda

Tassa di soggiorno: il boom di turisti porta 669mila euro a San Felice

I pernottamenti a quota 722mila, in crescita dell’11%. La metà delle presenze arriva dalla Germania
Il lago di Garda - © www.giornaledibrescia.it
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Mai così tanti i turisti, mai così alti gli introiti della tassa di soggiorno: rispetto allo scorso anno si è registrato un incremento dell’11% dei pernottamenti, del 2,7% della tassa di soggiorno. E sembra bassa, quest’ultima percentuale, ma non lo è: dal 2017 al 2023 San Felice è passato da un introito di 264mila euro a uno di 669mila e spiccioli.

Sono questi alcuni dei numeri che emergono dalla prima edizione dei «Dati sintetici delle presenze turistiche nel Comune di San Felice del Benaco»: una presentazione dei flussi turistici, ma soprattutto uno strumento concreto, utile per future valutazioni sia degli amministratori, sia degli operatori turistici e commerciali del territorio.

Il bilancio

Dati che emergono dall’analisi della tassa di soggiorno, e riferiti dunque al solo periodo di applicazione dell’imposta, da aprile a ottobre. Numeri, dunque, da intendersi ribassati: mancano tutti i visitatori che hanno soggiornato in paese nei primi mesi dell’anno e quelli che invece vi soggiorneranno in queste vacanze invernali, così come mancano le presenze delle seconde case, che non vengono registrate.

Un confronto diretto con l’anno dei record, il 2019, è impossibile perché nel frattempo è cambiato il regolamento dell’imposta di soggiorno. Ma basti considerare che nel 2022, anno che ha spazzato via il 2019, a San Felice si è registrato un incremento dei pernottamenti dell’11%: erano stati 642mila, sono stati quest’anno 722mila (nel 2019, 536mila).

Chi è il turista tipo che sceglie San Felice? Non c’è. Tutte le fasce sono rappresentate equamente: per la stragrande maggioranza sono tedeschi (48%, seguiti dagli italiani, 12%), per il 20% trentenni, per il 18% cinquantenni, per il 17% ventenni e per il 16% quarantenni.

Campeggi

Tra le 152 strutture ricettive del paese hanno scelto per buona parte villaggi turistici e campeggi 5 stelle (295mila pernottamenti totali) e a 4 stelle (193mila pernottamenti), oppure alberghi sempre di alta categoria (4 stelle, quasi 104mila pernottamenti). E sono ovviamente queste le strutture che hanno più fruttato in termini di imposta di soggiorno: da sole, le tre categorie citate, più dell’80% del totale incassato. Vale a dire 566mila euro sul totale di 699mila (l’anno scorso, 651mila euro).

Tutti numeri, questi, che per il sindaco Simone Zuin sono «molto importanti. Sono la dimostrazione del fatto che puntando su qualità e crescita delle proposte si ottengono risultati. Sono la prova provata della grande capacità imprenditoriale delle nostre attività ricettive, che hanno risposto alla crisi della pandemia con una capacità di reazione non così scontata».

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