Garda

Sul Garda il volo della farfalla killer delle palme

Farfalla killer delle palme sul Garda. Segnalata da un entomologo, la falena produce larve che scavano la pianta
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Clandestina. Ma con i barconi, nulla a che fare. Lei è una farfalla, eterea e bella quanto innocente in apparenza. Amica dell’uomo, ma nemica giurata delle palme. In grado di succhiarne linfa e polpa e di metterle al tappeto. Al pari del famigerato punteruolo rosso, noto al grande pubblico per i numerosi servizi di «Striscia la notizia». È stata avvistata per la prima volta in Lombardia proprio sulle sponde del Garda. Dapprima nel giardino di un’abitazione di via Leonardo da Vinci, a Toscolano. Poi, a Maderno, in via Boito. Dove non poteva scegliere posto migliore per l’«atterraggio». L’auto di Giovanni Sala, medico per studi ed entomologo per passione. «Quando l’ho vista - racconta - quasi non ci potevo credere. Mi sono emozionato».

La farfalla killer ha un nome: è il Castnide delle palme. Per la scienza Paysandisia archon, scandisce il naturalista. Che di farfalle ne ha collezionati quasi 60mila esemplari. È una Sfingide notturna, ovvero una falena, che preferisce tuttavia volare di giorno. Originaria del Sudamerica, è arrivata in Italia circa 13 anni fa, ospite indesiderata di palme d’importazione. Da allora ne sono stati segnalati presenza e danni su palme di diverse specie, anche se il suo passaggio è discreto al punto da renderne difficile l’individuazione. Liguria, Lazio, Veneto, Umbria e Campania le regioni in cui si è già presentata. Mai avvistamenti in Lombardia, almeno prima di questi. Che risalgono all’estate scorsa, ma che vengono resi noti ora, a sicurezza scientifica raggiunta.

Il nostro naturalistia ne ha infatti parlato a Modena, dove due volte l’anno si tiene la borsa-scambio di entomologia a livello internazionale Entomodena, con Edgardo Bertaccini, specialista di sfingidi e notturne. «Mi ha confermato - dice ancora Giovanni Sala - di non aver avuto alcuna altra segnalazione, prima di questa, della presenza della Paysandisia archon in Lombardia». Parola di esperto.

L’esemplare in questione raggiunge, nel genere femminile, un’apertura alare di circa 11 centimetri. Le uova vengono deposte nella corona fogliare delle piante. Dopo tre settimane i bruchi cominciano a farsi strada nel cuore delle palme, in cui scavano piccole gallerie nutrendosi allo stesso tempo. Lo fanno per 18 mesi, tempo necessario per lo sviluppo. Infine, la metamorfosi che le rende alla luce. E al volo diurno. La loro vita dura qualche mese. I guai per le piante sono, a questo punto, iniziati da tempo. Al punto da provocarne l’evidente stato di sofferenza fino all’appassimento. Palma delle Canarie e Wasghintonia tra le vittime preferite. Come lo è l’ulivo per l’implacabile mosca che ne è nemica tanto da essere chiamata olearia. Entrambe, mosca e farfalla, temibili al pari. Per le conseguenze sulle piante entrambe, la prima pure per gli effetti negativi sulla produzione dell’olio. Caratteristica comune: la resistenza biologica e la difficoltà per l’uomo di debellarle.

Sono due gli esemplari di Castnide catturati da Giovanni Sala e finiti nella sua collezione. Un terzo è stato immortalato dal clic della macchina fotografica di una signora di Toscolano, che lo ha mostrato all’entomologo. Il quale ne intende segnalare la presenza, via stampa, anche a chi di competenza: «Se qualcuno avesse l’occasione di vederne altre è pregato di mettersi in contatto con me». Declina a tal fine numero di telefono (339/6471105) e indirizzo di posta elettronica (salagioovanni@tiscalinet.it).

Il killer delle palme torna nella vetrinetta in cui è custodito. Non lontano dalla Parnassius mnemosyne guccinii, farfalla scoperta nel ’92 da Giovanni Sala sull’Appennino emiliano e da lui dedicata al suo cantautore preferito. Ma questa è un’altra storia.

Enzo Gallotta

 

 

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