Strada della Forra, il paese: «Estate in pericolo senza lavori»
Ristori economici per le imprese e pressing sulla Provincia per un’accelerata ai lavori di ripristino della viabilità. Sono le richieste avanzate a Regione Lombardia da operatori e amministratori di Tremosine, che da oltre un anno sopportano i pesantissimi disagi dovuti alla chiusura della Sp38, la tanto bella quanto fragile Strada della Forra che dalla Gardesana porta a Pieve e all’altopiano tremosinese, impraticabile dopo i dissesti causati dalla nevicata del 28 dicembre 2020.
L’appello è stato rivolto ieri alla IV Commissione Attività produttive del Consiglio regionale lombardo dal sindaco Battista Girardi, dalla presidente della Pro Loco Francesca Frigerio e dal presidente dell’associazione Strada della Forra Moreno Zocchi, nel corso di un’audizione promossa dai consiglieri bresciani Claudia Carzeri e Gabriele Barucco.
«La situazione è tragica - ha detto Zocchi, titolare di un ristorante nella Forra che è rimasto forzatamente chiuso per l’intero 2021 -, tutti gli operatori hanno perso immagine e moneta. La chiusura ci ha allontanato di 20 km dal Garda e, dopo più di un anno, ancora non possiamo fare programmazione visto che non sappiamo quando si potrà transitare di nuovo. Chiediamo ristori, ma soprattutto che si riapra la strada al più presto». La chiusura prolungata ha prodotto effetti devastanti sull’economia della comunità tremosinese, piccola (2mila abitanti) ma rilevante dal punto di vista turistico (200 imprese e 500mila presenze annue).
«Siamo in estrema difficoltà. La stagione primaverile 2021 è stata azzerata - dice Frigerio - e lo stesso sarà per quella del 2022. Tutte le attività registrano cali di fatturato, alcune rischiano di chiudere. Chiediamo ristori, anche una tantum, e la collaborazione della Regione per una campagna di rilancio della nostra destinazione». La preoccupazione degli operatori è la stessa del sindaco Girardi: «L’impatto della chiusura sulla nostra economia è gravissimo. Lungo la Sp38 d’estate si registravano 5mila passaggi al giorno, che producevano un ritorno economico che da un anno manca completamente».Sui tempi di riapertura, intanto, non c’è ancora alcuna certezza. L’appalto da un milione e 256mila euro è stato assegnato ai primi di novembre a una ditta di Catanzaro, ma ancora il cantiere non è stato allestito (sembrerebbe che i lavori partano la prossima settimana). Le opere richiedono 150 giorni di lavoro. La Pasqua, dunque, è già perduta. «Ma siamo preoccupatissimi - dice il sindaco - anche per l’estate». Un’altra estate con la strada chiusa darebbe il colpo di grazia a molte attività.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato