Storni a migliaia: sul Garda mai vista un’invasione così
Così numerosi non se n’erano mai visti. Anche i più anziani non hanno memoria di una simile «invasione». È uno spettacolo, quello della «danza» degli storni nel cielo, che in questi giorni va in scena sull’Alto Garda. Sono migliaia e volano all’unisono in rumorosi stormi che disegnano figure in cielo, come banchi di pesci volanti perfettamente sincronizzati. In molti li hanno fotografati o filmati sull’Isola del Garda, a Toscolano, Gardone, Salò, San Felice. «Mai visti così tanti tutti assieme», dicono i più anziani.
Qual è la ragione di questo fenomeno? Qualcuno ipotizza che la loro migrazione sia ritardata dalle condizioni meteo in Centro Italia. Plausibile? Lo chiediamo a Severino Vitulano, biologo dell’associazione Faunaviva, che da tempo si occupa dei censimenti dei volatili migratori alla stazione ornitologica di Passo Spino, a Toscolano. «Credo che l’ondata di freddo in Centro Italia - spiega - influenzi relativamente i loro spostamenti. L’Appennino non è un’area in cui svernano abitualmente. Preferiscono quote basse e pianure agricole». Allora a cosa si deve questa presenza eccezionale? «Gli storni non compiono migrazioni regolari come le altre specie. I fattori che influenzano i loro spostamenti in Europa sono molteplici. Uno dei principali è rappresentato dalle disponibilità alimentari».
Forse sono attratti dalle numerose olive rimaste a terra, visto che molti olivicoltori non le hanno raccolte, come di solito avviene prima dell’arrivo dei contingenti svernanti di storni, perché guastate dalla mosca olearia? «Probabile. Sono uccelli che d’inverno si nutrono di bacche e frutti. Gli uliveti spesso rappresentano una risorsa fondamentale per superare l’inverno in area mediterranea». In quelli gardesani quest’anno c’è tanta oliva a terra. E gli storni lo sanno.
«Sono uccelli - conclude Vitulano - dalla spiccata socialità, molto intelligenti: modulano i loro comportamenti in relazione all’osservazione degli altri individui, "scambiandosi" le informazioni sulle disponibilità alimentari». Il passaparola li ha dunque portati sul Garda così numerosi. A noi non resta, finché rimangono qui, che goderci le loro evoluzioni, uno dei fenomeni più spettacolari del mondo degli uccelli.
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