Stazione Tav del Garda, il manifesto: «Un grave errore»
Un «coro di voci» contro la stazione Tav del Garda: arriva il manifesto di comitati, associazioni, gruppi di cittadini e soggetti politici del territorio, che credono che «la possibilità di realizzare una nuova stazione Tav consumando terreno agricolo e gettando le basi per nuove cementificazioni e speculazioni sarebbe un grave errore e un potenziale ennesimo sfregio verso un territorio pregiato e da tutelare».
Comitato promotore per il Parco colline moreniche del Garda, Desenzano più Verde, associazione culturale La Zobia, La Cittadella, Legambiente; poi L’Altra Desenzano, Movimento Cinque Stelle, Rifondazione Comunista, Ritrovo Lonato, Sinistra Italiana: sino ad oggi, questi sono i firmatari del manifesto.
Il documento nasce con l’intento di «testimoniare - viene affermato - la diffusa presenza sul territorio del Basso Garda di opinioni e visioni contrarie all’ipotesi di costruire nel Comune di Desenzano una nuova stazione ferroviaria lungo la linea Tav in fase di realizzazione: una stazione a meno di 40 chilometri da altre due stazioni lungo la stessa linea ferroviaria rappresenterebbe infatti un gigantesco controsenso tecnico, oltre che un enorme spreco di denaro pubblico. Questa fermata finirebbe addirittura per incrementare il tempo di percorrenza lungo il tratto Brescia-Verona anche rispetto alla linea storica».
Un altro aspetto evidenziato nel manifesto è quello dell’attenzione al paesaggio: «La nuova stazione che si intende costruire, in un’area compresa tra la periferia di Rivoltella e la torre di San Martino dove attualmente vi sono solamente vigneti e qualche cascina, sarà inevitabilmente destinata a diventare una enorme e costosa cattedrale nel deserto, utile solamente a creare i presupposti per una nuova futura urbanizzazione (o speculazione edilizia) in quell’area della città, rubando e distruggendo per sempre enormi porzioni di pregiato terreno agricolo già sfregiato dal passaggio di due linee ferroviarie e una autostrada. Nelle campagne di San Martino è saggio mantenere campi coltivati, vigneti, percorsi ciclabili e spazi verdi a disposizione dei cittadini, non l’ennesima grande opera inutile che non porterà turismo e sviluppo, ma solo ulteriore distruzione di un territorio già martoriato».
Da tutte queste considerazioni deriva il netto no all’ipotesi della stazione Tav del Garda: «No a un’infrastruttura inutile e dannosa per il nostro territorio, e a un modello di sviluppo turistico sempre più invasivo, verso cui in questi mesi anche la Soprintendenza si è espressa negativamente».
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