Sos turismo insostenibile: «Ni ai tornelli, sì a limitazioni»
Il centro storico di Sirmione è come una bottiglia: non può contenere più liquido della sua capacità. Una metafora efficace, utilizzata spesso da albergatori, ristoratori, commercianti e residenti della penisola per spiegare il problema che da qualche anno li affligge, ossia un carico viabilistico e un afflusso turistico insostenibile (specie la domenica e i festivi), che sembra non giovare a nessuno, nemmeno ai visitatori stessi. E se nella Perla del Lago di Garda non sembra applicabile, né auspicabile, la soluzione dei «tornelli» adottata a Venezia, sono tutti concordi nel dire che sì, dei provvedimenti vanno avviati, e anche alla svelta.
Le soluzioni. «In un paese da sempre vocato all’accoglienza come Sirmione - commenta Fabio Barelli, presidente del Consorzio albergatori e ristoratori - non credo si debbano mettere dei tornelli. Deve però essere adottata una strategia che risolva il problema a monte, con importanti opere infrastrutturali che vadano ad alleviare questo carico di turismo che non è più sostenibile».
«A Sirmione non servono i tornelli - precisa Giulio Roman, albergatore e residente del centro -, servono dei parcheggi pensati e modulati per decidere quanta gente far entrare nel borgo». «Il centro storico ha una capacità di carico, in termini di pedoni, estremamente limitata - chiarisce il presidente dell’Associazione commercianti Diego Bianchi -, e non c’è dubbio che si debba andare verso una pedonalizzazione sempre più marcata, cercando però di non ridurre la frazione di Colombare a un parcheggio a cielo aperto e di non trasportare gente in centro con le navette in quantità sconsiderata. Non vantiamoci più di portare a Sirmione migliaia e migliaia di persone - suggerisce Bianchi - cerchiamo di guardare alla qualità del servizio che offriamo». Vero è, infatti, che anche i turisti stessi si lamentano. Per le lunghe code in automobile (ieri la colonna di vetture era ininterrotta fin dall’uscita dell’autostrada), per la difficoltà di parcheggiare, per i bus navetta in ritardo e sovraffollati, per la ressa all’ingresso.
I turisti. «Stavo rinunciando - racconta Gianluca di Torino, che ieri mattina ha impiegato tre ore in auto da Gardone Riviera al borgo -. Penso che ci sia bisogno di qualche servizio in più». «I tornelli non lo so - commenta Alessandra dalla provincia di Vicenza -, certo che chiudere il centro potrebbe essere un’idea. Con tutta questa gente non ci si gusta nemmeno una giornata così splendida». Ma c’è anche chi proprio non riesce ad arrivare a Sirmione nelle giornate di maggiore afflusso (e sicuramente questo ponte rientra tra quelle da bollino nero), con buona pace dei ristoratori che si vedono disdire i tavoli già riservati.
«Abbiamo stimato - riferisce Stefano Giordani, titolare di un ristorante della penisola - che la domenica a pranzo almeno il 40% dei clienti con prenotazione chiama per disdire, perché bloccato nel traffico». «Stiamo perdendo appeal - ammette Massimo Bocchio, presidente dei ristoratori -. Ci sono tante presenze, ma non stiamo investendo sulla qualità e i nostri clienti che arrivano al ristorante dopo ore di coda non sono soddisfatti. Non ritengo che la soluzione siano i tornelli - chiarisce Bocchio - ma credo che sia necessario investire per migliorare la gestione dei flussi, fermando la gente prima che arrivi in penisola».
«I tornelli sarebbero un’ ulteriore limitazione per i residenti e i lavoratori - commenta Gabriela Pfiffner, residente e titolare di un bar -. Sono le auto il vero problema. «Sono favorevole a fermare il flusso dei pedoni - afferma Paola Ronchi, residente e negoziante -, anche a vantaggio di un turismo di maggiore qualità».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato