Garda

Sirmione, per la nuova ciclabile saranno abbattuti 140 alberi: i cittadini si mobilitano

Avviata una raccolta di firme: «Al momento la pista su via XXV Aprile non è una priorità»
Come si presenterà la nuova pista ciclabile - © www.giornaledibrescia.it
Come si presenterà la nuova pista ciclabile - © www.giornaledibrescia.it
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La pista ciclabile su via XXV Aprile a Sirmione «costerà» 140 alberi, tra cui 78 pini marittimi, che saranno abbattuti. Un prezzo che diversi cittadini, capitanati dal medico locale Germano Biagio, ritengono troppo alto in termini paesaggistici nonché storici (alcune di queste piante risalgono all’inizio degli anni Cinquanta), tanto da avviare una raccolta firme indirizzata alla Soprintendenza.

Alla questione ambientale, poi, si aggiunge anche la convinzione del gruppo dei «residenti resistenti» del centro storico che «forse, ora come ora, una tale infrastruttura non sia una priorità per la penisola gardesana, chiamata a gestire flussi pedonali e viabilistici sempre più imponenti e non altrettanto sostenibili».

Il progetto

La pista ciclabile sulla via che unisce Colombare alle mura scaligere è inserita nel piano delle opere pubbliche da diversi anni, e prevede un investimento di 2 milioni di euro. Dall’anteprima del progetto, richiesta dal consigliere di minoranza Andrea Volpi e resa nota solo qualche giorno fa, emerge che per realizzare l’opera (prevista entro la fine del 2024) sarà necessario spostare la sede stradale di circa 2 metri e mezzo verso est, sacrificando 140 piante: oltre ai 78 pini marittimi, anche 50 tigli, tre magnolie, tre cipressi, quattro frassini e due pittospori.

Questi alberi saranno rimpiazzati, e in numero ben superiore (circa 240 esemplari), ma con altre specie arboree, tra cui platani, cipressi e carpini. Raccolta firme. «Ho deciso di avviare una petizione per fermare il taglio indiscriminato di queste piante – commenta il dottor Biagio -, in particolare i pini marittimi, che per Sirmione hanno anche un valore storico oltre che paesaggistico. Oggi esistono nuovi sistemi contro i dissesti provocati dalle radici nell’asfalto, questa non può essere una scusa».

«Nei prossimi giorni – prosegue il medico, che ha già raccolto un centinaio di firme – incontrerò il soprintendente Luca Rinaldi per un confronto in merito a questo “pinicidio”». Non è però solo la questione ambientale a preoccupare i cittadini, in particolare quel gruppo di residenti del centro storico che qualche mese fa aveva inviato una lettera al sindaco Luisa Lavelli lamentando l’insostenibilità dei flussi: «Riteniamo che, allo stato attuale delle cose, la pista ciclabile aggraverebbe ulteriormente la viabilità».

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