Sirmione, il «Sumo» della discordia
L'arte infiamma l'estate sirmionese. Nella penisola cara a Catullo a surriscaldare gli animi più di «Minosse» e del «Drago», ondate di caldo africano che hanno invaso l'Italia, sono le opere dello scultore bresciano 44enne Stefano Bombardieri. Anzi, una sola, contestatissima, tanto da diventare addirittura un caso internazionale oltre che, ovviamente, locale con l'immancabile raccolta di firme di protesta e richieste di rimozione e divisioni perfino in Giunta. Ma il sindaco avverte: l'opera d'arte non si tocca.
A scatenare una vera e propria tempesta è stata negli ultimi tre giorni la grande scultura «Il peso del tempo sospeso, Sumo» esposta a lato dell'incrocio di Colombare, porta della penisola. Fa parte di un'unica mostra realizzata dal municipio con il Consorzio Marmisti Bresciani dal titolo «Pietra & Co». Dal 14 luglio e fino al 7 ottobre le vie d'accesso alla cittadina, si può leggere nel cartellino esplicativo, saranno teatro di una eccezionale esposizione zoomorfa. Grandi animali creati dallo sculture Stefano Bombardieri che rappresentano le specie più a rischio di estinzione sul pianeta offriranno, con la loro forte presenza espressiva ed iper reale al variegato pubblico, motivo di meditare sul precario equilibrio naturale a cui siamo soggetti e sulla sofferenza anche morale di una perdita che sarebbe infausta. Elefanti, rinoceronti, ippopotami gorilla, una tigre bianca appaiono all'orizzonte della nostra quotidianità. Un numero rosso indica sommariamente i precari numeri della presenza di ciascuna specie destinati a diminuire se l'uomo e l'arte non ne salveranno l'esistenza.
Un massiccio lottatore di Sumo fornisce l'incipit a questa sfilata, come segnale culturale di come anche la specie umana possa subire la stessa sorte. Ed è proprio il lottatore di Sumo al centro delle critiche. Ha suscitato una reazione decisamente negativa in una delegazione di uomini d'affari giapponesi in visita domenica a Sirmione che avrebbero scambiato la scultura per un'impiccagione. Cosa che sostiene anche un architetto di Peschiera in una lettera al nostro giornale. Egli parla di un «fantoccio nudo di origine asiatica che viene impiccato» e di «una struttura inneggiante ad una forma di tortura». Si mantengono sull'aspetto estetico invece le critiche di chi sta raccogliendo firme.
«Sono deluso ed indignato- sottolinea proprio a lato della gigantesca scultura il sindaco Alessandro Mattinzoli -. Indignato dai giudizi che ritengo affrettati e ingiusti, espressi da chi non ha nemmeno osservato con attenzione l'opera d'arte né letto il cartellino. Il lottatore di Sumo di Bombardieri, scultore assai noto per aver anche partecipato due volte alla Biennale di Venezia, non è rappresentato impiccato ma appeso per la cintura ad un filo. Il filo della vita, per intenderci, che non deve essere spezzato ma salvaguardato. Quello di Bombardieri è un messaggio positivo che, a giudicare da tutta questa attenzione, evidentemente, ha colto nel segno. E come sindaco non ho alcuna intenzione di eliminarlo».
Ennio Moruzzi
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