Sicurezza, in arrivo 3,6 milioni di euro per i viadotti della Valvestino
Fondi regionali e provinciali per il consolidamento strutturale dei tre ponti e dei rispettivi marciapiedi sulla Sp 9, che da Gargnano porta in Valvestino.
Dalla Regione arrivano 2,5 milioni di euro, stanziati per l’attuazione degli interventi del «Piano Lombardia». Saranno utilizzati per la sistemazione dei marciapiedi pericolanti di due dei tre ponti esistenti sulla provinciale: uno situato nel Comune di Valvestino, in località Molino di Bollone, l’altro in quello di Gargnano, dopo Navazzo. I marciapiedi posti ai lati della carreggiata, chiusi da tempo perché pericolanti, saranno demoliti e ricostruiti.
Ai fondi regionali si aggiungono quelli provinciali, per oltre un milione di euro, che consentiranno di intervenire per il consolidamento strutturale dei tre viadotti che scavalcano il lago artificiale di Valvestino e i suoi affluenti. Un totale di circa 3,6 milioni per mettere in sicurezza il principale accesso alla valle altogardesana. Dal punto di vista strutturale i ponti sono solidi e sicuri, ma recenti indagini condotte dalla Provincia, attuate in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, hanno individuato «criticità tali da imporre una riabilitazione strutturale per la messa in sicurezza». L’intervento consentirà tra l’altro di eliminare il divieto di transito ai mezzi di oltre 26 tonnellate, in vigore su due dei tre ponti.
I tempi dell’intervento sono serrati: «In autunno - spiega Davide Pace, sindaco di Valvestino e presidente della Comunità montana parco Alto Garda Bresciano - terminerà la progettazione esecutiva e nel 2024 le opere saranno messe in cantiere».
Tre ponti
I tre viadotti che scavalcano il lago artificiale e i suoi affluenti sono ponti ad arco di tipo Maillart (tipologia di impalcato in cemento inventata dell’ingegnere svizzero Robert Maillart). In Italia ce ne sono soltanto 10, tre dei quali costruiti appunto in alto Garda negli anni Sessanta. Salendo da Navazzo si incontra per primo il ponte sul rio Vincerì, in prossimità della diga, poi il ponte sul rio Costa in località Lignago, da dove si vede la vecchia dogana che riemerge dal lago, e infine il ponte sul rio Droanello, dove è collocata l’epigrafe del vecchio confine tra il regno d’Italia e l’impero d’Austria Ungheria. Il ponte sul Rio Costa, il maggiore dei tre per dimensioni, fu progettato dagli ingegneri Alfredo Passaro e Vittorio Giuliana. Gli altri due furono invece disegnati dall’ingegnere Riccardo Morandi.
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