Si alza il sipario sull’atteso «L’ultimo fascismo» al MuSa di Salò
Si alza il velo sulla nuova sezione del MuSa «L’ultimo fascismo. 1943-1945. La Repubblica sociale italiana». L’attesa è finita. Domani alle 18 il nuovo allestimento sarà presentato a un ristretto pubblico di invitati e da sabato sarà visitabile da tutti nelle due grandi sale al quarto piano del museo civico salodiano.
C’è ovviamente grande curiosità. Il tema è ancora divisivo in Italia e parlare di fascismo e Mussolini a Salò è sempre complicato (si veda il clamore suscitato in questi giorni dalla notizia, poi smentita, dell’interessamento della FeralpiSalò per il terzino della Lazio Romano Floriani Mussolini, pronipote del duce). Ma in municipio – dove da anni si lavora ad un nuovo allestimento della sezione dedicata alla cosiddetta Repubblica di Salò, presente sin dall’apertura del MuSa nel 2015 – sono convinti che non sarà una nuova Predappio.
Lo studio
La rinnovata sezione è stata ideata, progettata e realizzata sulla base di indicazioni e contenuti forniti da un comitato tecnico composto dagli storici Roberto Chiarini, Elena Pala (docenti dell’Università degli Studi di Milano) e Giuseppe Parlato (professore dell’Università degli Studi Internazionali di Roma), studiosi chiamati a dare la più rigorosa impronta storico scientifica all’allestimento. Il sindaco Giampiero Cipani va ribadendo da anni che non sarà un museo celebrativo o apologetico. Solo storia. Per il Comune una sezione dedicata alla Rsi evidentemente non può mancare in un museo che racconta la storia della città di Salò e del suo territorio, che fornirono, in un’Italia divisa a metà, la sede all’ultimo fascismo.
Per Alberto Pelizzari, presidente del MuSa, si intende dare «ai salodiani, ma, ancor più, agli italiani desiderosi di prendere conoscenza e coscienza del proprio passato, uno strumento di lettura storica alla portata di tutti e insieme rigoroso».
Coinvolte le associazioni partigiane
Il tema è stato affrontato con tutte le cautele, sottoponendo il progetto di allestimento anche all’Anpi e alle associazioni partigiane. Nessuna anticipazione sul percorso di visita. Chi lo ha visto dice che è di grande suggestione, grazie all’uso di tecnologie multimediali ed interattive, installazioni video, postazioni immersive, punti audio con voci narranti e registrazioni d’epoca, documenti e oggetti.
Il pubblico potrà vederlo da sabato, lungo il percorso di visita del MuSa (per prezzi, orari e informazioni si può consultare il sito del MuSa).
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