Salò dice addio al maresciallo Vaia investigatore dell’Arma
Ha lottato per la vita per due settimane nel Centro di terapia intensiva del Civile di Brescia, cercando di superare quel malore che lo aveva colpito all’improvviso. Ieri mattina però Paolo Vaia, 63 anni, sottufficiale dell’Arma dei carabinieri in congedo dal 2007 con alle spalle tante battaglie vinte in Italia e all’estero, si è arreso.
Abitava a Mazzano e sino al 2007 ha diretto il Nucleo operativo e radiomobile alla Compagnia di Salò e negli ultimi anni collaborava con il gruppo Camozzi. Lascia nel dolore la moglie e la figlia che stanno ricevendo attestazioni di cordoglio da tutta Italia: lo piangono molti amici e colleghi con i quali aveva mantenuto fraterni rapporti e contatti. «Uomo di grande moralità, leale e dalle infinite capacità umane e investigative», così lo ricordano quanti ancora oggi vestono la divisa o hanno concluso il percorso. Alle spalle anni trascorsi alla caserma Masotti a Brescia. Poi le esperienze al Ros di Milano, al Gis, i Gruppi speciali antiterrorismo, con base a Livorno, prima di approdare sul Garda.
Spesso ha collaborato in difficili indagini per liberare sequestrati o per individuare gli autori di omicidi o rapine. Era stato lui ad individuare a Malaga, in Spagna, un latitante coinvolto nell’omicidio di un orefice a Maderno mentre tra gli anni ’90 e 2000 aveva compiuto missioni all'estero, a Sarajevo e in Kosovo. La data dei funerali ieri doveva essere ancora fissata.
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