Salò dice addio al chiosco Mu, per 15 anni riferimento dell'estate gardesana
Addio al chiosco Mu, si chiude un’epoca. In tanti, a Salò e dintorni, quest’estate sentiranno la mancanza del piccolo locale che da oltre quindici anni garantiva accoglienza e socializzazione nella zona della Spiaggia del Mulino. Qui si veniva a prendere un aperitivo o un gelato dopo una giornata in spiaggia, o semplicemente a fare due chiacchiere, certi di incontrare gente interessante, oppure ad ascoltare buona musica dal vivo.
Era un ritrovo amato da giovani e meno giovani, frequentato da una clientela trasversale, un po’ chiosco da spiaggia, un po’ balera, un po’ ritrovo dove godersi in santa pace la brezza del golfo.
Irregolarità urbanistiche
Quest’anno non sarà così. Ieri le ruspe hanno abbattuto il chiosco, che da tempo cercava di risolvere quelle irregolarità urbanistiche che ora ne hanno decretato la fine. La struttura del chiosco non era accatastata. Semplicemente, come accadeva in passato, decenni fa qualcuno aveva piantato un ombrellone e messo due sedie, poi realizzato il chiosco, costruito i bagni e tutto il resto, senza preoccuparsi di autorizzazioni e burocrazia. Ora, dopo un percorso giuridico durato più di dieci anni, la sentenza: il chioso è da abbattere.
Come una famiglia
«Sapevamo - dice lo storico gestore Lari Daccordi, che aprì il Mu nel 2006 assieme a tre soci - che sarebbe finita così. Non mi aspettavo però tante dimostrazioni di affetto da parte dei clienti che negli anni sono diventati amici, quasi una famiglia. Ringrazio anche la proprietà, che ha appoggiato la nostra pazzia».
Oltre 200 concerti
Il Mu era una sorta di icona, il simbolo estivo della zona del Mulino, un luogo del cuore per tante persone. «Peccato - continua Lari - perché funzionava, anche grazie all’impegno dei tanti che ci hanno lavorato, un centinaio di persone, ognuna delle quali ha contribuito al successo del Mu. In 15 anni abbiamo organizzato quasi 200 concerti, dietro ai quali c’era una precisa ricerca di qualità. È stato un privilegio poter fare tutto questo a casa mia, nel mio territorio». Ma ora al Mu la musica si è spenta, forse per sempre.
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