Garda

Rubò dai conti della scuola: ora deve risarcire quasi 270mila euro

Condanna della Corte dei Conti per l’ ex dirigente del Circolo didattico di Manerba che era già stata punita penalmente
Secondo i calcoli della Corte dei Conti l’ammanco sfiora il milione di euro - © www.giornaledibrescia.it
Secondo i calcoli della Corte dei Conti l’ammanco sfiora il milione di euro - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo la condanna penale arriva anche quella della Corte dei Conti. Che è di poco inferiore ai 270 mila euro.

Tanto quanto l’ex direttrice dei servizi generali e amministrativi del Circolo didattico di Manerba del Garda, una donna di 63 anni, deve versare al Ministero dell’Istruzione come risarcimento per il danno patrimoniale e di immagine provocato, secondo la ricostruzione, dal 2001 al 2014, quando sistematicamente la donna aveva disposto bonifici dal conto corrente dell’istituto scolastico in cui lavorava, al conto personale. L’indagine era nata dalla segnalazione del dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Valtenesi, datata 19 marzo 2014.

Le accuse

«Ha cagionato all’Amministrazione un rilevante danno erariale diretto: specificamente, gli importi sottratti ammontano a 796.390,43 euro per il periodo 2007-2014 - già integralmente rifusi dalla donna dopo la sua definitiva condanna penale a due anni per i reati di peculato e falso - e ad ulteriori 169.110,40 euro per gli anni 2001-2006, oggetto dell’ultimo pronunciamento» si legge nella sentenza della Corte dei Conti della Lombardia.

Per i magistrati la direttrice dei servizi generali del Circolo didattico di Manerba aveva messo in atto un collaudato meccanismo fraudolento. «Consistente - si legge dagli atti - nel registrare nel giornale di cassa scolastico falsi mandati di pagamento in favore di terzi, utilizzando pezze giustificative relative ad altre spese regolari e, nel contempo, nel presentare al cassiere mandati recanti lo stesso numero sequenziale ma con beneficiario sé stessa, mandati che dopo l’incasso venivano da lei recuperati e fatti sparire». Banca nel mirino.

Oltre alla dirigente - che è stata nel frattempo licenziata - la Corte dei Conti ha condannato al versamento di 104mila euro al Ministero dell’Istruzione anche la banca presso la quale erano aperti i conti correnti finiti sotto la lente di ingrandimento. «Il cassiere - scrivono i giudici contabili- usando la diligenza richiesta dal tipo di attività esercitata, avrebbe dovuto riconoscere come falsi o irregolari i relativi mandati: questi, infatti, erano corredati dalla distinta, in doppia copia, recante i nominativi dei docenti beneficiari tra i quali certo non poteva comparire la dirigente. In questi casi, pertanto, la Banca non avrebbe dovuto procedere all'erogazione della somma».

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