Rogo nel parco naturale: si indaga tra i bracconieri
Un motivo valido per mandare in fumo oltre 200 ettari di parco naturale. E’ questo che stanno cercando i carabinieri Forestali di Limone sul Garda e del comando provinciale di Brescia, coordinati dal tenente colonnello Giuseppe Tedeschi per dare nome e volto al piromane, o al gruppo di piromani, che nella notte tra il 27 e il 28 ottobre scorso hanno appiccato l’incendio che ha devastato i boschi di Tremosine, tra la valle di Bondo e il passo Nota.
I militari hanno escluso che potessero esserci interessi di pascolo o di costruzione all’interno della zona che è stata definita «Sito di Interesse Comunitario» e per questo sottoposta a particolari tutele. E pare che nessuno possa avere motivi di risentimento con gli enti pubblici che si occupano della gestione del parco naturale.
Per questo le indagini si concentrano nell’ambiente dei bracconieri: personaggi senza scrupoli che erano alla ricerca di un modo per far uscire gli animali selvatici dalla zona protetta, e interdetta anche alla caccia legale, in cui si sono rifugiati dopo una stagione particolarmente calda e secca. Insomma, si va alla ricerca dei responsabili del disastro, una ferita che si rimarginerà fra 30 anni.
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