Garda

Recuperato, in sei pezzi, il Mustang precipitato nel Garda

L'operazione portata a termine dai Volontari del Garda. Ora sempre più probabile il suo restauro e la collocazione in un museo
  • Il recupero del P-51 Mustang
    Il recupero del P-51 Mustang
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    Il recupero del P-51 Mustang
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Un pezzo alla volta, l’hanno tirato su. Il relitto del P-51 Mustang in forza al secondo stormo caccia dell’aeronautica militare italiana caduto a lago alle 16.55 del 7 agosto del 1951 di fronte a Lazise è stato recuperato ieri dai Volontari del Garda. Ora sarà trasportato a Volandia, il museo del volo di Malpensa, e lì ne saranno decise le sorti: le probabilità che diventi, letteralmente, un pezzo da museo, una volta sistemato, sono decisamente alte.

«Avevamo rinvenuto il relitto nel 2013 - spiega Luca Turrini - e osservandone le immagini siamo riusciti a stabilire che si trattava di un caccia americano venduto nel primo dopoguerra alla nostra aeronautica. Si trattava di aerei che spesso avevano dei problemi e anche questo non ne è stato esente: è caduto a lago e il pilota a bordo, Paolo Tito, morì nell’incidente» Era partito dall’aeroporto di Vicenza diretto alla base di Orio al Serio: le revisioni effettuate quella mattina avevano mostrato qualche problema con il motore e l’impianto elettrico, ma, fino al lago, tutto sembrava andar bene. Poi il velivolo ha perso potenza e nulla ha potuto il povero pilota. Il corpo del tenente Tito venne recuperato pochi giorni dopo, il suo aereo, invece, è rimasto a riposare tutto questo tempo sul fondo del lago, a 67 metri di profondità.

Ieri, sotto la stretta osservazione della Soprintendenza veneta e alla presenza della Guardia costiera, della Polizia nautica di Peschiera e dell’idroambulanza della Croce rossa, i Volontari del Garda l’hanno riportato alla luce del sole: «Abbiamo avuto tempo per studiarlo a dovere - racconta Turrini - e tutto era già pronto per le operazioni di recupero. Ieri mattina è bastato calare il rov (il “magico robottino” che sott’acqua può quasi tutto, ndr) e con questo agganciare le grosse cime che ci hanno permesso di riportare in superficie il velivolo».

Ci sono volute comunque più di otto ore: il P-51 è stato sollevato per blocchi, sei pezzi diversi, che sono venuti a crearsi a seguito del violento impatto con l’acqua, a quella velocità come un muro di pietra, ormai più di sessant’anni fa. Poi, i pezzi sono stati caricati su camion giunti a Lazise appositamente e, da lì, trasportati fino a Malpensa. Lì vedranno cosa farne, anche in base a quanto stabiliranno le osservazioni di aeronautica e Soprintendenza. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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