Pornostar sparita, Mossoni indagato per omicidio
Sono con ogni probabilità della ex pornostar scomparsa nel Vicentino i resti ripescati dalle acque del Garda. Oggi lo confermerà l’autopsia, ma le indagini degli inquirenti sono già sufficientemente orientati sulla mano che si è macchiata di quel delitto, tanto che il 55enne bresciano Franco Mossoni, già autore di un delitto a Malegno nel 1978, ed ex compagno della donna scomparsa, è stato ora ufficialmente iscritto dalla Procura di Vicenza nel registro degli indagati per omicidio volontario.
Ieri il recupero della cassa dal fondo del Garda, un miglio al largo del litorale di Castelletto di Brenzone, sulla sponda veronese del Benaco, a due passi da Malcesine. Oggi gli occhi degli investigatori puntati sui resti umani contenuti all'interno. Gli uomini della Polizia non sembrano avere troppi dubbi: per loro si tratta del cadavere di Federica Giacomini, in arte Ginevra Hollander, pornostar vicentina 43enne sparita nel nulla dal 9 febbraio.
Oggi forse il giorno decisivo. L’autopsia dei resti sarà eseguita nel pomeriggio a Padova, con l'intervento di personale del Gabinetto di Polizia scientifica del Veneto, presieduto dall’ex capo della Squadra Mobile di Brescia, Carmine Grassi.
Mossoni, che a febbraio finì in ospedale psichiatrico a Vicenza dopo aver seminato il panico al pronto soccorso di un ospedale dove si presentò vestito da rambo e armato, nel 1978 si macchiò di un grave delitto: da un’indagine legata all’organizzazione di una sedicente formazione eversiva di estrema destra emerse come l’allora ventenne fosse in realtà l’autore dell’omicidio di un idraulico di Malegno, che considerava suo rivale in amore. Nel 1981 si rese protagonista di una rocambolesca fuga da Canton Mombello.
Un trascorso sufficientemente burrascoso perché l’attenzione degli inquirenti si puntasse su Mossoni quando, dopo la denuncia della scomparsa della ex pornostar, effettuata presso i carabinieri di Desenzano dai genitori della donna, il bresciano risultò essere il compagno della donna. E ancor più quando si scoprì che dall’auto di quest’ultimo mancava il sedile del passeggero, sostituito senza spiegazione da una sdraio. Poi una traccia ha condotto gli inquirenti fino al Garda. Traccia alla quale il fondale del Benaco sembra ora aver offerto una tragica conferma.
Gianluca Gallinari
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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