Garda

Polo emergenze a Desenzano: «Caos gestione e investimenti»

Oltre due milioni di spesa per acquisto e lavori. Maffi: «Chiamare in causa anche gli altri Comuni»
Il capannone a disposizione di Vigili del fuoco, Protezione civile e Croce Rossa - © www.giornaledibrescia.it
Il capannone a disposizione di Vigili del fuoco, Protezione civile e Croce Rossa - © www.giornaledibrescia.it
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Il giorno della posa della prima pietra per il futuro polo delle emergenze, i sindaci erano tutti lì. E il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno, non ha mai smesso di rassicurare sul fatto che l’appoggio di tutti i Comuni interessati al polo non mancherà.

A mancare ancora, però, è un vero accordo: «Patti chiari, amicizia lunga» è il commento di un ancora parecchio preoccupato Maurizio Maffi, consigliere di minoranza per il Partito democratico, che torna a soffiare sulle braci della polemica e a pungolare sul fatto che «manca ancora un accordo preciso e formalizzato sulla gestione del polo delle emergenze.

Credo che una franca posizione in merito vada presa, stilando un documento preciso, condiviso. Un documento che già dovrebbe esistere e che già avrebbe dovuto essere reso noto - incalza -: è una questione di chiarezza».

Dacché si parla del polo delle emergenze, vale a dire della grande struttura che il Comune di Desenzano sta realizzando adeguando allo scopo un capannone di via Calamar che una volta ospitava un deposito di autobus, Malinverno ha sempre detto e ribadito che la gestione sarebbe stata sovracomunale: così come avviene adesso con la caserma del distaccamento dei Vigili del fuoco volontari di Desenzano che il nuovo polo andrà finalmente a sostituire.

Vi partecipano i Comuni di Sirmione, Pozzolengo e Lonato. Fino a qualche anno fa anche Padenghe, che si è defilato, ma che ora sarebbe pronto per rientrare nel gruppo. L’accordo, che il sindaco ha sempre detto esistere già, seppur a livello informale, non sarebbe dunque stato un problema.

L’esborso

Fatto sta che al momento per il polo delle emergenze il Comune di Desenzano si è accollato sia le spese per l’acquisto del capannone, sia quelle per la sua sistemazione: 1,164 milioni per comprarlo più 1,035 milioni per ristrutturarlo (anche con un contributo di circa 300mila euro dalla Regione) e renderlo non solo solido dal punto di vista sismico, ma anche accogliente per le associazioni che lo utilizzeranno: Vigili del fuoco, Croce rossa, Protezione civile.

Ora, la novità che ha riacceso la preoccupazione di Maffi è l’inserimento a bilancio di una bella cifra, 160mila euro, quale contributo per l’acquisto di un nuovo mezzo per i Vigili del fuoco: «Un mezzo che sarà necessario e utile, nessuno lo mette in dubbio. E quello del nostro Comune è un contributo e non la totalità del costo, ma offre l’occasione per tornare a chiedere chiarezza in merito agli impegni presi con gli altri Comuni. È evidente che la nostra città abbia un peso importante e che per ovvie ragioni debba sobbarcarsi anche gli oneri maggiori, ma è altrettanto evidente che se non siamo noi per primi a muoverci esigendo chiarezza, è difficile che lo facciano gli altri».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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