Picchiata, violentata e uccisa: «Capace di intendere e volere»
Per il perito nominato dal tribunale non ci sono dubbi: Andrea Pavarini era capace di intendere e volere quando prima violentò e poi uccise Francesca Fantoni nel parco pubblico di Bedizzole a gennaio scorso.
Un passaggio fondamentale, quello emerso dall’incidente probatorio in vista del processo per il 32enne accusato di omicidio volontario.
La vittima, affetta da un ritardo cognitivo, era stato massacrata di botte e poi abbandonata senza vita. Una consulenza di parte aveva definito Pavarini «un uomo dalla personalità che presenta gravi distorsioni patologiche, con grave immaturità, impulsività e extrapunitività e un infantile egocentrismo».
Secondo lo psichiatra Giacomo Filippini, nominato dall’avvocato Ennio Buffoli, difensore di Pavarini, «clinicamente è del tutto probabile che la capacità di intendere e volere sia da ritenersi quantomeno grandemente scemata, ma non si esclude che vi siano gli estremi per un giudizio di capacità di intendere e volere totalmente esclusa». Una tesi che non ha invece sostenuto il professor Sergio Monchieri, perito del tribunale, che ora in 46 pagine ha chiarito che chi ha ucciso Francesca Fantoni era lucido allora, e oggi può partecipare coscientemente al processo.
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