Passeggiare tra le colline del Garda dalla preistoria al Risorgimento
Dalle palafitte preistoriche alle battaglie risorgimentali. Il lago di Garda è una terra dove si è scritta la storia, e dove questa storia ha lasciato tracce indelebili. Sono insediamenti primitivi, castelli medievali, torri, chiese e palazzi, che oggi costituiscono un patrimonio artistico preziosissimo.
Già in epoca preistorica, per esempio, Lonato è stata scelta come luogo ideale per l’insediamento umano: risalgono al secondo millennio a.C. le palafitte della Polada, la cui importanza ha dato il nome a una fase preistorica specifica dell’Italia Settentrionale, la cosiddetta Cultura di Polada. In epoca romana, invece, la presenza di vie di collegamento terrestri e lacustri, e la disponibilità delle principali materie prime necessarie alla produzione di laterizi, hanno sicuramente favorito l’insediarsi di un complesso artigianale noto oggi come Fornaci Romane.
Sviluppo
Nella fase di passaggio dal mondo antico a quello medievale, e in particolare durante la dominazione longobarda, Sirmione assume una rilevanza strategica per la sua posizione centrale rispetto all’intero bacino gardesano. L’importanza del luogo in questo periodo è testimoniata anche dalla costruzione di quattro edifici religiosi, di cui oggi si conservano solo i ruderi della chiesa di San Salvatore e la chiesa di San Pietro in Mavino. L’edificio romanico, databile attorno all’anno Mille e rimaneggiato nel 1300, incorpora i resti di una chiesa del V-VI secolo.
L’importanza di Salò nel Medioevo si consolida nel 1337, quando diventa capoluogo della riviera bresciana e sede del consiglio della provincia veneziana della Magnifica Patria, che riuniva 52 Comuni da Limone a Bedizzole. In città risiedeva un Podestà o Rettore, che governava l’intero territorio col mandato di amministrare anche la giustizia. La sua abitazione, costruita su disegno di Jacopo Sansovino nel 1524 e parzialmente ricostruita dopo il terremoto del 1901, è oggi sede del Municipio.
Nel giugno del 1630 Pozzolengo subì un terribile assedio da parte dei Lanzichenecchi capitanati dal conte Rambaldo di Collalto, violenti soldati mercenari al soldo dell’imperatore d’Austria Ferdinando II, giunti in Italia per sostenere le truppe spagnole contro la Francia. Dopo avere sterminato le milizie veneziane a Goito, i Lanzichenecchi entrarono a Peschiera, che venne conquistata e messa a ferro e fuoco. La tappa successiva dei barbari fu Pozzolengo, ma dopo alcuni giorni di assedio alle mura del castello, gli abitanti riuscirono a respingere gli invasori.
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