Garda

Orsolino e la sua locanda fermano le ruspe

Il titolare del ristorante «Da Tonino» ha ottenuto dal Tar la sospensione dello sfratto della sua locanda.
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Quasi come la storia di Davide contro Golia. Il Davide in questione è Orsolino Consolini, ristoratore, locandiere e cuoco che a Campione del Garda tiene sotto scacco una rilevantissima operazione urbanistica, sostenuta da «giganteschi» investimenti.

Orsolino ha ottenuto dal Tar di Brescia un decreto di provvisorio stop allo sfratto dalla sua locanda, in lista d’attesa per la demolizione. Intervento necessario per dare impulso ai decennali lavori di riqualificazione dell’antico borgo in un villaggio vacanze per vip e cultori di windsurf, kitesurf e vela.

Un business sul quale l’impresa Coopsette e l’immobiliare Campione del Garda Spa hanno annunciato investimenti complessivi di oltre 200 milioni di euro, di cui 100 già spesi. In forza di una convenzione tra costruttore e Comune, numerosi vecchi immobili sono stati (o devono essere) demoliti.

Tra gli edifici da abbattere anche un «casermone» di due piani, lungo un’ottantina di metri, che chiude a nord-ovest piazza Arrighini, cuore antico del borgo.
Nell’ala destra del grande edificio, Orsolino Consolini gestisce il ristorante-pizzeria «Da Tonino», che ora il Comune gli ha intimato di lasciare perché da demolire. Orsolino, però, ha puntato i piedi. E giura che in mancanza di una proposta seria, concreta ed economicamente ragionevole del Comune o di Campione del Garda Spa, ovvero di un luogo dove spostare la sua attività, non se ne andrà.

E per dare seguito alle sue intenzioni ha già fatto un primo passo ottenendo dal Tar, a tempo di record, la sospensione dello sfratto. Due giorni prima dell’«ora x», infatti, il presidente del tribunale, Giuseppe Petruzzelli, ha bloccato ufficiale giudiziario e forza pubblica, perché, letto il ricorso di Orsolino, e considerata la insanabilità dell’eventuale danno, ha ritenuto giusto concedergli la misura cautelare.

Sfratto sospeso, e ruspe disinnescate, dunque. Presto ci sarà un seguito, il 23 novembre, quando l’istanza cautelare sarà discussa collegialmente. Un lasso di tempo, da qui ad allora, che parrebbe concesso per incoraggiare una possibile trattativa ed un accordo bonario. Si vedrà.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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