Omicidio Fantoni: in appello la richiesta di una nuova perizia
La rinnovazione del dibattimento per introdurre una nuova perizia psichiatrica. Su queste basi la difesa di Andrea Pavarini ha depositato l’istanza di appello alla sentenza di primo grado nei confronti del 32enne condannato all’ergastolo per l’omicidio di Francesca Fantoni. La ragazza, affetta da un ritardo cognitivo, venne violentata, uccisa a calci e pugni a Bedizzole e poi abbandonata senza vita dietro ad un cespuglio del parco pubblico del paese, dove poi venne ritrovato il cadavere due giorni dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla famiglia a fine gennaio 2020.
Vizio parziale di mente? Se sulle responsabilità non ci sono mai stati dubbi: «Non può che evidenziarsi la atrocità e disumanità mostrata dall’imputato che ha infierito sulla vittima con crudeltà fino a massacrarla, infliggendole gratuitamente sofferenze aggiuntive rispetto a quelle idonee a procurarne il decesso» scrisse il presidente della Corte Roberto Span, il tema delle capacità mentali dell’imputato, per la difesa non è stato analizzato correttamente. E quindi anche in vista del processo d’appello - la data non è ancora stata fissata - c’è la volontà di chiedere una perizia psichiatrica per far emergere e riconoscere un vizio parziale di mente di Pavarini e quindi un’incapacità di volere. Per il perito del giudice delle indagini preliminari il 32enne era capace di intendere e volere.
La Corte d’Assise in primo grado ha stabilito che «è evidente che la mancata conoscenza dell’innesco della reazione scatenante rende problematico valutare se - e soprattutto in quale misura -, il deficit intellettivo abbia eroso i contrappesi che costituivano nell’omicida l’argine all’elemento distruttivo e, dunque, quale sia stata in concreto l’intensità della pressione esercitata dalla situazione di stimolo su un soggetto portatore di un impaccio cognitivo medio-basso».
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