Garda

Mucche del Cichì, il Comune ora deve pagare

I 18 bovini sequestrati a Manerba del Garda furono affidati a un’azienda agricola: costo 30mila euro
Le mucche vaganti erano un pericolo: il Comune di Manerba intervenne - Foto © www.giornaledibrescia.it
Le mucche vaganti erano un pericolo: il Comune di Manerba intervenne - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Nuovo e forse ultimo capitolo della triste vicenda che ha per protagoniste le mucche del Cichì: il Comune di Manerba del Garda si vede costretto a riconoscere un debito fuori bilancio di circa 30mila euro per il mantenimento dei bovini sequestrati all’anziano agricoltore di Manerba nel febbraio 2021 a causa delle condizioni in cui li teneva.  Se ne discuterà dunque in Consiglio comunale mercoledì 30 novembre, ma l’operazione ha già ottenuto il parere favorevole del revisore dei conti.

Lo spiega il sindaco, Flaviano Mattiotti: «È la prassi. La somma è riconosciuta come debito fuori bilancio perché considerata non prevedibile e causata dall’ordinanza di sequestro che firmai l’anno scorso. Gli uffici comunali hanno già messo in atto le procedure che dovrebbero poi portare al recupero di questi 30mila euro, ma tecnicamente chi in questo periodo si è preso cura della mandria va pagato e non può aspettare anni».

La storia è triste. Perché il Cichì, al secolo Francesco Toselli, a Manerba è un’istituzione: un anziano signore ultranovantenne affezionatissimo alle sue bestie ma probabilmente, vista l’età, in seria difficoltà nella loro gestione: dalle condizioni igienico-sanitarie della stalla fino al fatto che non era insolito incontrare i bovini vaganti tra Montinelle e Pisenze prima del loro sequestro. Una mucca era finita addirittura nella piscina di un residence. Un pericolo insomma.

Si è arrivati al sequestro non senza aver prima provato altre vie. I diciotto bovini alla fine sono stati affidati dal Comune a un’azienda agricola della zona: il Cichì ai tempi le aveva cercate, le sue mucche, e le aveva pure trovate. Ogni giorno andava a salutarle. Delle 18, nove sono morte e le superstiti sono state messe all’asta nel gennaio del 2022: ha partecipato anche l’agricoltore con l’offerta più alta tra quelle pervenute. Non è bastato perché, ancora, la stalla non possedeva i requisiti igienico-sanitari. E così la gara è stata assegnata al secondo classificato. Cosa ne sia stato dei bovini, non si sa.  Si sa invece che in tutto questo tempo il Comune ha anticipato (e pagato) per il loro mantenimento 30mila euro.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato