Garda

Missione nel Garda per portare a casa i soldati

I Volontari del Garda progettano il recupero dell’anfibio americano Dukw affondato nel ’45.
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Dopo aver individuato il relitto, cercato a lungo anche dagli americani, i Volontari del Garda progettano il recupero del Dukw. Si apre un nuovo capitolo, quello conclusivo, della storia dell’anfibio dell’esercito Usa affondato nel Garda la notte del 30 aprile 1945 col suo carico di 25 soldati della 10th Mountain Division, unità a stelle e strisce che ha combattuto contro i tedeschi nel Nord Italia.

Il recupero del mezzo, individuato lo scorso dicembre sul fondale a sud di Riva, a 276 metri di profondità, è un’operazione complessa, ma non impossibile. L’iniziativa è seguita con attenzione anche oltreoceano, dalle associazioni statunitensi di reduci e familiari dei caduti della 10th Mountain Division, che non hanno mai smesso di sperare di poter riportare a casa, se non le salme dei 24 soldati deceduti in quella tragica notte di fine guerra (ci fu un solo superstite, il caporale Thomas Hough dell’Ohio, morto nel 2005), almeno gli elmetti, le attrezzature, le divise forse ancora custodite all’interno del Dukw. Si potrebbe dare così degna sepoltura, almeno simbolica, ai 24 soldati «missing in action» inghiottiti dal Garda.

Il recupero del relitto sarebbe insomma un’operazione di grande valore storico e morale. Ci penserà il gruppo sommozzatori dei Volontari del Garda, coordinato da Luca Turrini e Mauro Fusato. «Per eseguire materialmente l’operazione - spiega Turrini - sarebbero sufficienti tre o quattro giornate. Per questioni di sicurezza pensiamo di farlo prima delle gelate invernali, oppure dovremo rimandare alla prossima primavera». Dal punto di vista tecnico, il recupero del Dukw avverrebbe in diverse fasi: messa in sicurezza del sito tramite la rimozione dei cordini delle boe di regata e la posa di alcuni corpi morti per dare un solido ancoraggio alle imbarcazioni operative; aggancio delle funi di recupero in diversi punti del relitto tramite i Rov; tensionamento delle funi e sfangamento del mezzo; recupero dalla superficie, con autogrù imbarcata su un traghetto o un pontone.

Raggiunta la quota di sicurezza (circa -30m), il mezzo sarebbe imbragato con palloni pressostatici, portato in superficie e trainato al porto di S. Nicolò, a Riva. Per fare tutto questo serve il sostegno logistico della Provincia di Trento, già contattata dai Volontari. Il sogno di Turrini e Fusato, condiviso dalle associazioni dei reduci Usa, è quello di poter esporre presto il Dukw in un museo (sono stati interpellati il Mag di Riva e il Museo della Guerra di Rovereto). «Una volta rimosso il Dukw dal fondo - chiarisce Turrini - si potranno smuovere le zone fangose attorno al relitto per vedere se riemergono altri reperti». Il Garda ha inghiottito le attrezzature e gli oggetti appartenuti ai 24 soldati deceduti. Solo una lettera si salvò. William Morrison, 20 anni, l’aveva consegnata prima di salire sul Dukw a un commilitone. Diceva: «Mamma, spero tanto di tornare a casa».

Simone Bottura

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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