Garda

Metti una colazione col campione: a Barbarano è Colbrelli mania

Il bresciano trionfatore alla Roubaix è di casa al Cafè Giardino di Salò, meta di tantissimi ciclisti
Da sinistra: Colbrelli, il titolare del Cafè Giardino, i ciclisti Damiano Cima, Matteo Cigala e Aleksandr Porsev
Da sinistra: Colbrelli, il titolare del Cafè Giardino, i ciclisti Damiano Cima, Matteo Cigala e Aleksandr Porsev
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Cappuccio, brioche e selfie col campione. A Barbarano di Salò è scoppiata la Sonny Colbrelli mania. Il ciclista bresciano, entrato nel mito dopo la vittoria della Parigi-Roubaix, la regina delle classiche, è di casa al Cafè Giardino, locale affacciato sulla Gardesana, per tutti «il bar dei ciclisti». «Sonny si ferma da noi a fare colazione durante i suoi allenamenti - racconta il titolare, Cristian -. Due giorni dopo il trionfo a Roubaix era seduto qui, come un amatore qualsiasi. Lo fa da sempre, forse da quando non era ancora professionista». Il tempo di un latte di soia macchiato orzo, senza zucchero, e di un’acqua e menta, che in suo onore qui chiamano la «kryptonite del campione», e via, in sella a macinare chilometri. Non prima, però, di aver soddisfatto le tante richieste di selfie, autografi, strette di mano.

«Sonny è disponibilissimo con tutti», racconta Cristian. Al Cafè Giardino il campione scambia volentieri qualche battuta con gli amatori che ogni giorno fanno tappa qui, così come con i tanti tifosi, gli stessi che magari avevano gioito per la vittoria al Giro del gardonese Roberto Visentini e che ora si emozionano per le imprese di Colbrelli. «Li ho visti commuoversi, piangere - confessa Cristian - per le vittorie di questo ragazzo a cui tutti vogliono bene. C’è sempre qualcuno che lascia qualche euro in più: “colazione pagata a Sonny”».

Le maglie esposte al bar bike friendly di Salò
Le maglie esposte al bar bike friendly di Salò

È un pellegrinaggio continuo, ad ammirare le maglie di Colbrelli e di altri grandi del pedale. Perché il Cafè Giardino è più di un bar, è un piccolo museo del ciclismo: alle pareti un centinaio di maglie, alcune preziose, come quella di Luigi Ganna, vincitore nel 1909 della prima edizione del Giro d’Italia. Bar «bike friendly». «È cominciato tutto qualche anno fa - racconta Cristian -, quando vidi entrare Roberto Ferrari (gavardese, professionista dal 2007 al 2019, ndr) e gli chiesi la maglia».

Tra i tanti professionisti che si allenano sul Garda, così come tra gli amatori, si è sparsa la voce di questo bar «bike friendly» dove oggi si ammirano le maglie dei fratelli Frapporti, del russo Aleksandr Porsev, del tre volte campione del mondo Peter Sagan, di Jakub Mareczko, dei gavardesi Filippo Tagliani e Simona Cè, campionessa mondiale di mtb, e di tanti altri. Tutte originali, tutte firmate. Ci sono anche tante bici, comprese alcune rare Bianchi anni ‘40. Rievocano l’epopea del campionissimo Fausto Coppi, che, quando alloggiava nel vicino albergo Galeazzi, si fermava in questo bar, allora come oggi meta di fuoriclasse del pedale. «Perché ormai lo sanno tutti - scherza (ma non più di tanto) Cristian -, chi viene qui, vince».

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