Metro verso il Garda: sì dei sindaci, si studia il progetto
Il percorso è solo all’inizio. Ma il prolungamento della metropolitana verso il Garda e la Val Sabbia può diventare «l’opera simbolica della stagione post-pandemia».
Ne è convinta la ministra agli Affari Regionali Mariastella Gelmini che, se da un lato predica prudenza, visto che l’ipotesi è ancora tutta da esplorare, dall’altra rimarca come quello attuale sia il momento per «essere ambiziosi, disegnando la provincia del domani e proiettando Brescia nel futuro».
Il vertice in Provincia
Un'ambizione che ieri ha mosso i primi passi. Il presidente della Provincia Samuele Alghisi e il suo vice Guido Galperti hanno infatti riunito in Broletto i sindaci dei Comuni attraversati dal possibile prolungamento (Brescia, Mazzano, Rezzato, Nuvolera, Nuvolento, Paitone, Prevalle, Gavardo, Villanuova, Roè Volciano), Regione Lombardia, i presidenti delle Comunità montane di Valle Sabbia e Alto Garda, la Comunità del Garda e il presidente di Metro Brescia, la società che gestisce il metrò cittadino. Ospite d’onore la ministra Gelmini.
Tutti hanno subito sposato l’ipotesi del metrò fino ai Tormini. Nell’arco di un mese sarà sottoscritto un accordo di programma tra gli enti coinvolti. Poi si effettuerà uno studio di fattibilità che dovrà dire se l’ipotesi ha le gambe per camminare, ovvero se è tecnicamente ed economicamente fattibile. Nel frattempo Gelmini, a Roma, cercherà di trovare possibili fonti di finanziamento, sapendo che non si potrà attingere al Pnrr (finanzia opere che devono essere pronte entro il 2026), ma che il Piano libera risorse statali per i lustri successivi.
Le opzioni sul tavolo
Pianificazione e programmazione sono presupposti essenziali per intercettare le risorse, ha spiegato Alghisi. I problemi di traffico e smog che attanagliano i nostri territori richiedono politiche di mobilità sostenibile. Da tempo si ragiona sulla «cura del ferro» per arginare il traffico, vale a dire sfruttare le linee ferroviarie in ottica sub-urbana: la Brescia-Iseo-Edolo verso ovest, la Brescia-Ghedi-Montichiari verso sud-est, il prolungamento della metro a nord, in Val Trompia. Ora spunta anche il prolungamento ai Tormini, tratta congestionata, in particolare nei mesi estivi. «Il presupposto era capire se vi fosse condivisione – spiega Alghisi. - Quel che è emerso è la forte volontà del territorio ad approfondire il progetto».
La verifica
Dalle parole bisogna ora passare agli studi, così da ragionare su numeri e basi concrete. Ora come ora ci sono due ipotesi di tracciato (in affiancamento alla 45 bis e passando per il centro dei paesi) elaborate dagli uffici provinciali. Sarà il comitato tecnico-scientifico, con alla guida Metro Brescia, a elaborare un vero e proprio progetto di fattibilità. Che dovrà rispondere a quattro quesiti: 1) il prolungamento della metro è un’opera tecnicamente fattibile? Sono preferibili altre soluzioni? 2) Quanto costerà? (una prima stima va da 1 a 1,5 miliardi). 3) Quanti passeggeri bisogna intercettare per garantire la sostenibilità economica della gestione? 4) Qual è il mezzo giuridico più adatto per l’eventuale realizzazione?
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«Questa non è solo un’opera trasportistica – spiega Galperti – è un’infrastruttura dal grande valore ambientale. Un’opera iconica». Ai sindaci e agli enti locali spetterà portare avanti accordi e progetti. «Il mio compito invece - spiega Gelmini - sarà verificare la disponibilità di risorse e finanziamenti. Sono molto prudente perché siamo solo all’inizio. Ma la questione è stata impostata con serietà. Un’opera di questo tipo decongestiona il traffico, riduce gli incidenti ed è coerente con le politiche europee e nazionali sulla sostenibilità ambientale». La strada è ancora molto lunga. Ma, conclude la ministra, «l’unità degli enti locali e del territorio è garanzia di successo». Si vedrà.
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