Garda

Malore nel pozzo, disposta l'autopsia sul corpo dell'operaio morto

L’esame autoptico intende dunque stabilire se il decesso sia stato provocato dal gas inalato o dalla caduta
L'intervento di recupero dei due operai effettuato dai Vigili del fuoco
L'intervento di recupero dei due operai effettuato dai Vigili del fuoco
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Sarà l’autopsia disposta dal Sostituto procuratore della Repubblica Lisa Saccaro, e che con tutta probabilità sarà eseguita già oggi, a stabilire quale sia esattamente stata la causa della morte di Gianfranco Corso, l’operaio 44enne morto in ospedale una settimana dopo essere rimasto intrappolato con un collega nel pozzo del santuario di Lonato dove stava lavorando per conto della ditta di spurghi di cui è dipendente.

Secondo la prima ricostruzione infatti i due operai avrebbero accusato un malore a causa della presenza di gas nel pozzo in cui stavano lavorando e sarebbero caduti.

L’esame autoptico intende dunque stabilire se il decesso sia stato provocato dal gas inalato e dal malore che ha immediatamente provocato oppure se a determinare la grave situazione nella quale l’uomo, come il collega ancora ricoverato, è arrivato in ospedale siano stati i traumi riportati nella caduta. Si cercherà anche di stabilire se eventuali ferite siano dovute al contatto con il terreno o le pareti del pozzo o se il fatto che i due operai siano caduti uno addosso all’altro abbia avuto un qualche ruolo nella tragedia. Nel frattempo familiari e amici dell’operaio, originario di Medole nel mantovano ma residente a Carpenedolo, attendono di poter fissare i funerali. 

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