Magasa, chiude il Tavagnù
Si chiude un’epoca nella selvaggia Valvestino. Il Ristorante Snack Bar Tavagnù, nel caratteristico fienile col tetto in paglia, ha abbassato la serranda. Se ne va così un altro simbolo dell’Alto Garda.
Dopo 22 anni per gli storici gestori, Giulia Mazza e il marito Ferruccio Bettanini, è arrivato il tempo del meritato riposo: «Andiamo in pensione, il Tavagnù chiude». Da dietro il bancone Giulia e Ferruccio - lei di Magasa, valvestinese doc, lui originario di Voltino, frazione di Tremosine - hanno visto passare migliaia di clienti, sono stati un punto di riferimento per la gente di Magasa e della Valvestino, ma anche per tanti gardesani che spesso salivano dal Tavagnù per un aperitivo o una grigliata. Hanno rifocillato chiunque si sia trovato a passare per il borgo rurale di Cima Rest, hanno ravvivato il focolare per riscaldare gli escursionisti di ritorno dai trekking nel cuore del Parco dell’Alto Garda, accolto i tanti visitatori, italiani e stranieri, che hanno soggiornato nei caratteristici fienili del borgo di Cima Rest, convertiti a funzioni ricettive e turistiche.
Proprio come il loro ristorante, un vecchio fienile di proprietà comunale. «Ventidue anni fa - racconta Ferruccio - era una stalla abbandonata. In un’epoca in cui in Valvestino tutti chiudevano le attività, feci una scommessa con l’allora sindaco Giorgio Venturini: «Se mi dai il fienile per vent’anni ci faccio qualcosa, non lasciamo morire un posto così bello. Il ristorante lo abbiamo sistemato noi, il tetto, i muri… I primi anni è stata dura, ma col tempo ci siamo fatti conoscere».
Giulia e Ferruccio sono stati, in un certo senso, i precursori del turismo green in Valvestino: «Abbiamo dimostrato che si poteva investire anche qui ed altri hanno seguito il nostro esempio. Ora l’avventura è finita. Non ci resta che ringraziare tutti quanti, collaboratori, Comune, clienti». La buona notizia è che la chiusura è temporanea, almeno così si augurano in Comune: presto uscirà il bando per cercare nuovi gestori.
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