Lungo la Valle delle Camerate l’ultimo rifugio del rospo dorato
![Un esemplare di Bombina variegata misura al massimo 5 centimetri - Foto © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/18p0rywauyi9p0nrgyt/0/un-esemplare-di-bombina-variegata-misura-al-massimo-5-centimetri.webp?f=16%3A9&w=826)
Toscolano Maderno ultimo baluardo per la salvaguardia della Bombina variegata. Sono riposte nel territorio del Comune altogardesano le residue speranze di sopravvivenza, in provincia di Brescia, di questo raro anfibio. È proprio qui, lungo le pendici del monte Castello, in località Segrane, e a monte della frazione di Gaino, che questa specie minacciata dalla perdita di habitat e dai cambiamenti climatici ha trovato rifugio.
La Bombina, nota anche come ululone dal ventre giallo o rospo dorato, da adulta è più piccola del pollice di una mano (misura al massimo 5 centimetri) ed è caratterizzata da una colorazione ventrale gialla molto vistosa.
Il progetto
In tutta la provincia la sua presenza è attualmente accertata soltanto a Toscolano Maderno, dove, grazie anche al sostegno dell’Amministrazione comunale, sono state negli ultimi anni promosse azioni a salvaguardia della specie previste dal progetto Life Gestire 2020, che ha per fine la conservazione della biodiversità e di cui è capofila la Regione Lombardia. Ne ha parlato di recente, nell’ambito del Festival della Montagna, l’erpetologa Christiana Soccini del Centro studi naturalistici Arcadia. «Per le Liste Rosse italiane - spiega Soccini - la specie è assegnata alla categoria “minor preoccupazione”, ma è una valutazione fatta sull’intero areale di distribuzione della Bombina, che è molto vasto ed occupa 20mila chilometri quadrati. Il declino dell’ululone è però accertato in Lombardia, dove le popolazioni storiche non sono state più confermate». Come è successo sul monte Guglielmo: da qualche anno le colonie che proliferavano nelle pozze d’alpeggio sono scomparse.
Tra vasche e ruscelli
La Bombina resiste a Toscolano, in due siti distinti, lungo la valle delle Camerate, dove dal 1999 è monitorata e dove si cerca, grazie anche alla collaborazione dei privati proprietari delle aree, di tutelarne l’habitat. Le azioni di salvaguardia hanno previsto la creazione di piccole vasche di raccolta dell’acqua collegate a ruscelli naturali, la realizzazione di rifugi interrati e la manutenzione delle sponde delle pozze esistenti. «La buona notizia - dice Christiana Soccini - è che i nuclei monitorati presentano un trend di numerosità stabile. Vedremo se le azioni del Life consolideranno questo trend».
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