Garda

Limone, salva il figlio e si inabissa nel lago: il disperso è il 51enne inglese Aran Chada

Si tratta della terza morte per annegamento nell'ultima settimana nel lago di Garda
LIMONE: SI CERCA ANCORA L'UOMO
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Ha fatto di tutto per salvare il figlio. Riuscendoci. Ma poi non è più riemerso. E a lanciare l’allarme è stato proprio il ragazzino che a sua volta ha tentato di intervenire per mettere in salvo il genitore.

Un dramma che si è consumato a oltre trecento metri dalla riva di Limone del Garda dove una famiglia di turisti inglesi aveva noleggiato un motoscafo. «Il classico 40 cavalli che si può guidare senza patente», racconta chi ha consegnato la barca. Sulla quale, una volta tornata al rimessaggio, restano i segni dei momenti drammatici. Giubbini salvagente ribaltati, lattine e cibo un po’ ovunque e una t-shirt.

I fatti

Erano in quattro a bordo. Padre, madre e i due figli di 14 e 5 anni. Sono tornati in tre sulla motovedetta della Guardia Costiera, mentre non si trova più il capofamiglia. Aran Chada, che avrebbe compiuto 52 anni martedì prossimo, è annegato in un punto in cui il lago supera i 150 metri di profondità. «Arriviamo anche a 300 metri», precisa uno dei soccorritori. «Avevano preso il motoscafo alle 13 e avrebbero dovuto riportarlo alle 15.30», spiegano i gestori del noleggio barche. Fatale l’ultimo tuffo sotto un sole caldo fino a sfiorare i 40 gradi, ma con l’acqua poco sopra i 25. Troppo probabilmente lo sbalzo termico anche per un ragazzino di 14 anni che una volta tuffatosi dal motoscafo accusa un malore. Sotto gli occhi dei genitori e della sorellina.

Testimonianze

«La mamma urlava e il padre si è lanciato in acqua», ha raccontato un testimone che anche lui era in barca in quel momento. Cosa è accaduto dopo, è la cronaca della terza morte per annegamento nell’ultima settimana nel Garda, il secondo decesso a Limone in pochi giorni. Il turista inglese è riuscito a soccorrere il figlio adolescente in difficoltà, lo ha fatto risalire sul motoscafo, ma poi è finito sott’acqua senza più riemergere.

I soccorsi

Inutili i primi disperati tentativi di intervenire della moglie e dello stesso ragazzino. Poi si è attivata la macchina dei soccorsi con Guardia Costiera, Vigili del fuoco e i sommozzatori dei Volontari del Garda impegnati in acqua a cercare di identificare e recuperare il corpo andato a fondo. Tutt’attorno, dopo l’iniziale comprensibile concitazione, in pochi si sono accorti di quanto stava accadendo. In una cittadina gardesana invasa da stranieri, la vacanza è andata avanti tra barche che entravano e uscivano dal porto. E decine di turisti a fotografare il via vai di mezzi e ad immortalare il passaggio dell’elicottero dei Vigili del fuoco.

Mentre al largo per ore è proseguita la lunga attività di ricerche. Che fino a sera, quando la luce ha consentito di lavorare, non ha portato a esiti positivi nonostante l’impiego del Rov, il robot che scadaglia i fondali del Garda. Stamattina, dopo una riunione tecnica tra le varie forze in campo, le ricerche sono riprese, nella speranza di riuscire a trovare il corpo dell'uomo.

Per la famiglia con passaporto inglese inglese invece, accompagnata ieri  sotto shock dai carabinieri nell’albergo in cui alloggia, è stato immediatamente attivato un sostegno psicologico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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