L'immagine inquietante del cigno che mangia uno storno
I cigni sul Garda stanno diventando carnivori? L’interrogativo mette i brividi, tanto quanto l’avvistamento del Wwf Bergamo Brescia dell’altro giorno: un bellissimo cigno reale che si nutriva della carcassa di un povero storno.
Immagine cruenta, degna dei più realistici documentari sulla vita degli animali selvatici. Cruenta, ma del tutto innaturale. Perché - proprio in natura - i cigni non si nutrono affatto di carne.
Il ricordo va immediatamente a qualche settimana fa, quando il basso lago, ma non solo, fu teatro di una vera e propria moria di questi uccelli, rinvenuti morti a centinaia sulle spiagge, nei giardini, tra le piante delle aiuole.
Gli attivisti hanno allertato l’Istituto zooprofilattico, oltre all'Ats, segnalando un possibile pericolo di trasmissione della malattia tra volatili e altri animali, che con ogni evidenza stanno cominciando a nutrirsi delle carcasse degli esemplari di storni malati.
A causarne la morte, ha chiarito nelle scorse settimane l'istituto, è stata una micidiale salmonella di tipo «hessarek», causa di setticemia e mortalità negli storni: un’infezione batterica, dunque, specifica di questi uccelli e che non comporta alcun pericolo per l’uomo. La moria ha colpito duro anche attorno al lago d’Iseo, sponda bresciana e bergamasca, alle Torbiere, così come nella Bassa, per esempio a Calcinato ed a Montichiari.
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