Garda

L'idea della barista: C’è crisi? Torno alla lira

Elisabetta, titolare del bar «El Rebelòt», ha deciso di tornare alla lira. Accordi coi fornitori e caffè, per esempio, a 50 centesimi
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Un caffè? Cinquanta centesimi. Un cappuccio? Ottanta. Difficile a credersi, ma a Muscoline i prezzi delle consumazioni sono quelli ante-euro, ossia, di fatto, dimezzati. Almeno in un bar, dal nome che già denuncia un’evidente inclinazione a rimescolare le carte in tavola: «El Rebelòt».

Nei giorni scorsi, all’entrata del Rebelòt, affacciata sulla Provinciale che collega Gavardo con la Valtenesi, è stato posto un cartello che lascia pochi dubbi: «Qui si torna alla lira».

L’idea è venuta a Elisabetta Bernardini, che da qualche tempo ha in gestione il locale. I bravi baristi, si sa, sono un po’ psicologi e un po’ confessori, e raccolgono gli sfoghi e le preoccupazioni della gente. «E oggi, la preoccupazione è per la crisi che stiamo vivendo - riferisce Elisabetta. - Si fatica a tirare avanti: e perfino il rito della prima colazione con cappuccino e brioche può diventare un lusso". Pragmatica, la titolare del Rebelòt ha fatto due conti semplicissimi. «Al prezzo corrente, la colazione quotidiana al bar costa circa settanta euro al mese. Troppo. Ho pensato di inventarmi qualcosa in proposito per contribuire, nel mio piccolo, a cambiare la situazione».

Detto fatto. Elisabetta contatta i fornitori, uno per uno, e spiega loro la sua intenzione. «Voglio dimezzare le tariffe - annuncia. - Potete aiutarmi?». L’aiuto arriva. «Mi hanno tutti dato una mano. In particolare, il mio fornitore di caffè, un piccolo distributore bresciano, la ditta Gran Salvador del Villaggio Prealpino, i cui titolari hanno collaborato con me ad ottimizzare i costi e, per sostenere concretamente il progetto, mi hanno addirittura regalato qualche chilo di prodotto».

Così, qualche giorno fa, fuori dal bar di Muscoline è comparso il cartello che proclamava il «ritorno alla lira». La politica di Elisabetta Bernardini, è bene precisarlo, non riguarda solo caffè e affini, ma si estende a tutte, o quasi, le consumazioni. Il bianchino, ad esempio, costa un euro e cinquanta, e così la birra piccola e le bibite analcoliche. I liquori due euro. Due euro anche per l’aperitivo.

«E il servizio al tavolo è compreso nel prezzo» ci tiene a sottolineare la titolare del Rebelòt. Che aggiunge: «Mi piacerebbe che la mia idea fosse imitata da altri. Certo, così il guadagno è risicato: ma credo che tutti dobbiamo impegnarci per poter superare il prima possibile questo difficile momento».

Enrico Giustacchini

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