Garda

Le ferite profonde della Tav nel viaggio verso il Garda

Due gallerie, quattro cavalcavia, tre sottopassi, un ponte, oltre 9 km di binari: il passaggio della Tav impatterà soprattutto su Calcinato
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Due lunghe gallerie, quattro cavalcavia alti 14 metri, tre sottopassi, un ponte sul Chiese, oltre 9 km di binari, quasi trecento espropri, trentanove ettari di campagna cancellata, un territorio diviso in tre parti. 

Il passaggio della Tav, linea Brescia-Verona, lascerà il segno sul corpo di Calcinato. Una ferita profonda, per consumo di suolo ed impatto visivo. 

«Basta guardare le mappe del progetto per capire la devastazione che attende il nostro territorio», commenta l’assessore all’Urbanistica, Mirco Cinquetti, che ha seguito la partita. Calcinatello, soprattutto, percorso dallo «shunt» proveniente da Montichiari: la nota deviazione (in bilico nei programmi di Rfi, Rete Ferroviaria Italia) fonte di problemi e polemiche. I due rami della Tav dovrebbero unirsi all’altezza del canile di Calcinatello; verso Verona la Tav correrà parallela alla A4. 

Le infrastrutture legate alla Tav sono pesanti. A cominciare dalle due gallerie. La prima artificiale, interrata, lunga 1.433 metri, consentirà di bypassare l’autostrada per Verona. Per altro, durante i lavori è prevista la deviazione provvisoria della A4. Si dovrà ricostruire anche il cavalcavia sulla Milano-Venezia. La seconda galleria, di 460 metri, bucherà la collina subito ad est del fiume Chiese. Il suo imbocco occidentale sarà nei pressi di Fornace Vecchia, dopo la strada provinciale per Montichiari. Non solo. Il general contractor Cepav Due, che realizzerà l’opera, aprirà due grossi campi base vicino ai cantieri delle gallerie per la produzione del calcestruzzo. 

Il progetto prevedeva la costruzione di sei manufatti stradali per scavalcare la linea ferroviaria e garantire il collegamento fra Calcinato e le frazioni, ma l’Amministrazione comunale ha chiesto la cancellazione di due di questi. Tre, invece, i sottopassi da realizzare. 

Un’altra opera fondamentale è il ponte sul Chiese, un manufatto di 377 metri a nord della località Zemonia. Oltre nove i chilometri complessivi: i 2,2 del ramo proveniente da Mazzano più i sette provenienti da Montichiari e diretti a Lonato. 

Sette anche gli anni di lavori previsti lungo l’intera tratta Brescia-Verona. Cominciando proprio dalle opere più complesse, vale a dire le gallerie di Calcinato. Ben 292 i mappali da espropriare. Molti i fabbricati e i terreni coinvolti dal passaggio della ferrovia. Uno dei casi più dolorosi riguarda l’allevamento della famiglia Gallina a Calcinatello. Non si tratta soltanto dei binari e delle opere connesse; bisogna aggiungere strade e stradine che saranno tracciate per alimentare i cantieri, destinate poi alla chiusura, ma nel frattempo impattanti sul territorio. In località Sant’Anna sorgerà anche una stazione per l’alta tensione: altri terreni consumati. 

Da sommare alle problematiche esistenti: cave, discariche, la linea ferroviaria storica Milano-Venezia, l’autostrada. Sembra invece scongiurata l’apertura di una enorme cava di prestito per la costruzione della Tav, un buco da 2,2 milioni di metri cubi. L’Amministrazione comunale, fra le sue osservazioni, ha inserito la richiesta di evitare questo ulteriore sfregio, suggerendo a Cepav Due di utilizzare il materiale prelevabile dai siti già in attività sul territorio. Una proposta di buon senso, che in municipio contano venga accolta

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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