La trota Belen, nuovo testimonial per il recupero del Toscolano
L’hanno recuperata da una pozza del fiume Toscolano, che aveva risalito per deporre le uova. Sarebbe andata incontro a morte certa se i pescatori dell’associazione La Fario non l’avessero prelevata, portata nelle vasche dell’incubatoio allestito in valle delle Camerate e curata amorevolmente. L’hanno addirittura «battezzata», chiamandola Belen.
Poi, dopo la visita dell’ittiologo Alessandro Marieni del Centro Studi Biologia e Ambiente, che ne ha registrato i dati biologici e prelevato campioni per le analisi genetiche, lunedì scorso la trota è stata riportata a casa. Ora nuota di nuovo libera nelle acque del Garda.
Belen è una trota lacustre di dimensioni notevoli: 80 cm di lunghezza per 6,8 kg di peso. La sua vicenda offre l’occasione per parlare del progetto di recupero del torrente Toscolano quale sito di riproduzione della trota lacustre del Garda (Salmo trutta morpha lacustris), in corso ormai da qualche anno e recentemente finanziato con 250mila euro da Fondazione Cariplo.
Obiettivo del progetto è salvaguardare il fiume che rappresenta, come dimostra anche la vicenda di Belen, un «corridoio ecologico» che ha una funzione cruciale per i cicli biologici della lacustre, specie di grande pregio ittico.
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