La struttura della Dogana riaffiora nel bacino di Valvestino
Di tanto in tanto la storia torna a galla. Riemerge letteralmente dalla superficie dell’acqua color smeraldo del bacino di Valvestino a ricordarci vicende dimenticate di tempi passati, quando questa era una terra di confine.
Accade anche in questi giorni: dalle acque del lago artificiale fa capolino lo scheletro in muratura della vecchia dogana. «Ogni tanto succede – dice il sindaco di Valvestino, Davide Pace – a causa dei maggiori rilasci d’acqua dalla diga o in periodi di scarse precipitazioni».
Della vecchia dogana resta poco più che un rudere. Lo si può scorgere, allungando lo sguardo verso il lago, dalla tortuosa strada provinciale che dalla riviera porta nella selvaggia Valvestino, a non molta distanza dalla Valle del Droanello.
Siamo in località Lignago, zona di confine un tempo, zona di confine oggi. Ci troviamo esattamente a cavallo tra il Comune di Gargnano (dove pare sorga la dogana sommersa) e quello di Valvestino.
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