La Soprintendenza ci ripensa: ok all'ampliamento della Cameo
Il riassunto, in parole povere, è: avete fatto del vostro meglio e ve lo riconosciamo; va bene così, ma attenzione con le mitigazioni. La Soprintendenza dà così il via libera all’ampliamento della Cameo, a Lonato.
Un placet fondamentale, quello dell’ente per la tutela dei beni artistici e del paesaggio che, sebbene in questa fase non fosse vincolante, se non fosse arrivato, avrebbe creato un ostacolo non da poco nei successivi livelli di approfondimento progettuale.
Per questa ragione il «ni» giunto alla conferenza conclusiva della valutazione ambientale strategica aveva destato preoccupazioni: la Soprintendenza aveva chiesto che il nuovo magazzino, alto 35 metri, venisse spostato o abbassato per ridurne l’impatto.
Un’indicazione giudicata, in quella sede dagli architetti progettisti dello studio Visconti, pressoché impossibile dal punto di vista tecnico e da quello della sostenibilità economica. Tanto che il direttore tecnico della Cameo, Luciano Martello, era stato chiaro: «Se l’accoglimento dell’ente sarà parziale, rinunciamo all’investimento». E in ballo c’erano 200 milioni di euro e 200 nuovi posti di lavoro.
Ma nulla sarà sacrificato: la risposta dell’azienda alle osservazioni che la Soprintendenza aveva fatto pervenire hanno, in buona sostanza, soddisfatto l’ente. Nel parere conclusivo, infatti, viene riconosciuto innanzitutto che il progetto sottoposto è già il frutto di un notevole ridimensionamento (da 41.524 mq fino all’attuale superficie di 23.738 mq). E, poi, che la proposta di ridefinizione dell’impianto (spostamento o abbassamento del magazzino) avanzata dalla stessa Soprintendenza «non appare perseguibile per necessità di carattere funzionale legate al ciclo produttivo dell’azienda, alla presenza di volumi tecnici non modificabili e alle esigenze di transito del traffico pesante».
L’ente ha avvalorato, insomma, tutti gli aspetti «contrari» alle sue stesse prescrizioni evidenziati in sede di conferenza dai tecnici della Cameo.
Nel parere conclusivo, però, la Soprintendenza ha anche rimarcato alcune prescrizioni «da confermare o valutare in sede di progettazione esecutiva». Quali? Particolare attenzione alle opere di mitigazione, cioè alla fascia boschiva che dovrà sorgere a lato dell’impianto e al «tetto verde» e attenzione alla scelta dei materiali, che dovranno essere non riflettenti e in armonia con il paesaggio. Accorgimenti che gli architetti della Cameo sono ben disposti a mettere in atto: «Le nuove indicazioni sono condivisibili: noi per primi - spiega Alberto Visconti - teniamo a che l’intervento sia inserito al meglio nel paesaggio circostante».
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